La febbre del gioco è ormai un�epidemia
malattia gioco dipendenza alcolismo giovani
di Beatrice Piva
Italia in vetta alle classifiche mondiali
Alle dea bendata regaliamo 790 euro all'anno a testa, neonati compresi
Specifici stili di vita della nostra società hanno portato l'emergere di una serie di "nuove droghe", nuove dipendenze, soprattutto comportamentali, definite, nel gergo psicologico, col termine "new addictions". Tra le principali dipendenze troviamo il gioco d'azzardo patologico, lo shopping compulsivo, la dipendenza dal lavoro, il trading on-line o commercio elettronico, la dipendenza da internet e da e-mail, la dipendenza affettiva e quella sessuale. Ognuna di queste dipendenze ha delle sue specifiche modalità, regole ed ambiti d'azione e attirano categorie differenti di persone per età, sesso ed estrazione sociale. Ogni comportamento deviante mette in luce modalità di vita diverse, tempi quotidiani scanditi da ritmi malati ed ossessivi, realtà altre, rispetto al vissuto di chi non soffre di queste dipendenze. Sono giochi d'azzardo tutti quei giochi il cui risultato è determinato dal caso. La parola "azzardo"deriva dal francese hasard che, a sua volta, deriva dall'arabo zarah, che significa "dado". I giochi d'azzardo sono un'infinità. Si può dire che con il progredire della storia umana, anche i giochi d'azzardo e la loro penetrazione all'interno del tessuto socio-economico si sono evoluti. Si và dai classici giochi da casinò quali Roulette, Baccarà, Black-Jack alle Lotterie, il lotto, superenalotto e affini, tombole e Bingo, gratta e vinci fino alle slot machine.
La maggior parte delle persone vive il gioco d'azzardo come occasione di svago, divertimento e socializzazione ma, purtroppo, non per tutti è così: questi passatempi possono diventare patologie nel momento in cui iniziano a compromettere la sfera personale, relazionale e professionale. Ma chi sono, come si muovono quelli travolti dalla spirale del gioco d'azzardo patologico?
Già del 2004 l'Italia era al terzo posto al mondo dopo Stati Uniti e Giappone tra i paesi che giocano di più, con il 9% del totale dei giocatori. Oggi abbiamo il primato mondiale l'azzardo con, nel 2008, una spesa pro capite nell'azzardo di 790 euro annuali, neonati compresi. E' un fenomeno in silenziosa e crescente diffusione in tutti gli strati di popolazione di tutte le regioni italiane.
Restringendo il campo all'Emilia Romagn,a si desume da una ricerca condotta dal Sir (Servizio Informazione Religiosa) nel 2007 che oltre 2 miliardi di euro all'anno si volatilizzano tra lotterie, scommesse e slot machine, con un'incidenza di 488 euro pro capite e 1.140 euro annui per famiglia, pari al 3,5% del reddito imponibile Irpef. Sono 27 le sale bingo nella regione, 698 i punti dove è possibile puntare le corse ai cavalli, 430 per le scommesse sportive, 18.964 le newslot sul territorio, collocate per il 64% in alberghi, bar, ristoranti e circoli privati. E sono queste ultime assieme ai Gratta e vinci a rappresentare oggi la causa di maggior dipendenza.
"Chi ha soldi in tasca se li spende fino all'ultimo centesimo"
I micidiali grattini
Le psicologhe del Sert di Rimini spiegano come ci si casca e come se ne può uscire: "Ma lo Stato invece di prevenire incentiva il vizio"
Se lo Stato anziché prevenire incentiva a giocare, sul fronte della cura vi è un certo impegno da parte di strutture pubbliche locali. Il Sert di Rimini dal 2004 ha avviato un progetto di recupero rivolto verso questa particolare patologia che coinvolge un team composto da psicologi ed educatori. La psicologa Emanuela Tantini che, assieme a Emma Pegli educatrice professionale è impegnata nel progetto, spiega alcuni aspetti del fenomeno.
Chi è il giocatore d'azzardo patologico?
"Chiunque può ritrovarsi nella spirale del gioco - risponde Emanuela Tantini- La fascia d'età più colpita è quella dei quarantenni. ma sono sempre più in aumento dipendenze tra i giovani in età scolare. Tre i fattori che influenzano la dipendenza dal gioco. I fattori sociali: nei momenti di crisi, come oggi, i più disagiati tentano la sorte. Aspetti culturali: sparite le relazioni personale dei vecchi giochi come le carte, oggi si offre e si cerca l'emozione immediata e forte. Aspetti personali: favoriscono la dipendenza i lievi problemi di adattamento, di elaborazione delle difficoltà di espressione della propria personalità. Di sovente subentrano ansia e depressione. Abbiamo in cura donne di 50/60 anni che all'improvviso hanno iniziato a giocare per lenire un malessere familiare e, in poco tempo hanno finito i soldi di famiglia.
Solitamente sono i familiari ad accorgersi del disagio: ricordo il caso di una ragazzina di 13 anni che andava a prendere il padre all'uscita dal lavoro nei giorni di paga per impedirgli di giocarseli, ma lui una volta è scappato e si è giocato in una notte tutto lo stipendio al Bingo. Ci sono esercenti che addirittura giocano a metà con il cliente o fanno credito ai più affezionati, che così si trovano ancora più invischiati".
Quali giochi rappresentano le prime cause di dipendenza?
"Fino a qualche anno addietro - spiega Emma Pegli. - erano le slot machine e le corse ippiche. Oggi è il gratta e vinci. I grattini invogliano per la velocità, l'immediatezza della riscossione e la semplicità del gesto. Ultimamente ha molto successo il Bingo Keno, una via di mezzo tra il lotto e il bingo, dove il giocatore può scommettere anche sull'uscita dei numeri. Nel mondo dei giocatori esistono delle regole e pensieri ‘magici' che accentuano la dipendenza: la molla principale sta nel rifarsi della perdita. Ecco che allora una slot può essere più fortunata di altre. Oppure, per un calcolo delle probabilità senza alcun fondamento, meno si vince più la vincita è vicina. Una donna che è arrivata a giocare fino a 300 euro al giorno con i grattini. Ha giocato per 8 mesi finché i familiari l'hanno portata da noi. Sono frequenti i casi di persone che dilapidano lo stipendio in pochi giorni. Il giocatore patologico, se ha i soldi li deve spendere tutti"
Ci sono differenze tra uomini e donne?
"Ambedue hanno un grande senso di vergogna per quello che fanno, nella donna questa sensazione è predominante. Gli uomini giocano comunque molto di più rispetto alle donne".
L'astinenza al gioco è la soluzione?
"Occorre un percorso di cura che varia da persona a persona: inizialmente il dipendente segue un progetto di gestione controllata del denaro con la collaborazione dei familiari. Si cerca poi di capire le abitudini personali al gioco, gli orari, i luoghi più frequentati e si lavora assieme per trovare dei sostituti sani. Ultimo step è l'inserimento in un gruppo di prevenzione. Dove occorre interviene anche un supporto psichiatrico da parte della dottoressa Daniela Casalboni. Il vero problema è che basta un attimo di distrazione per ricascarci diventa. E' tutto troppo semplice, purtroppo. Il problema principale è l'offerta illimitata di tentazioni: i Gratta e vinci o il Superenalotto, tanto per citarne due, sono ovunque, così come le sale del Bingo. Il nemico si annida ovunque ed è molto più subdolo delle droghe, che sono condannate sia dalla legge che dalla società".
L'azzardo è la terza "industria" d'Italia dopo Enel e Fiat
Il tabaccaio: "ho visto bruciare anche 300 euro al giorno"
Nella nostra provincia i giocatori in cura sono quintuplicati in cinque anni
Fra i nuovi arrivati, il più gettonato è Win for Life, molto accattivante perchè promette la vincita di 4.000 euro mensili per 20 anni. "E' letteralmente preso d'assalto soprattutto da 30/40enni . Con le sue 13 estrazioni al giorno e 2 euro a cartella, c'è che spende fino a 70/80 euro al giorno" dice Gabriele Romani dell'omonima tabaccheria delle Celle. Fra i suoi clienti anche diversi affezionati alle slot: "Per alcuni è una vera e propria malattia. Sono soprattutto anziani e mamme che, dopo avere accompagnato i bimbi a scuola, passano fino a cinque ore di seguito a giocare. Sembrano dei vegetali! C'è chi arriva a perdere fino a 300 euro al giorno. E la settimana scorsa un uomo ha perso 15mila euro nelle scommesse sul calcio" Molto in voga in questi ultimi mesi è Turista per Sempre, una sorta di gratta e vinci, prezzo del biglietto 5 euro e, mediamente, chi gioca acquista due, tre cartelle alla volta.
Da una ricerca nazionale del CONAGGA (Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d'Azzardo) in collaborazione con il CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza) del 2008 emerge che l'esercito dei giocatori patologico arriva a contare 1 milione e 353mila italiani, pari al 2,75% della popolazione. Il gioco d'azzardo è diventata la terza azienda in Italia (dopo Fiat ed Enel) con un fatturato che, solo nel 2008 è stimato in 49 miliardi. Un fiume di denaro che, come spesso accade in tempi di crisi economica, è sorretto soprattutto dai meno abbienti che tramite il gioco sognano di cambiare improvvisamente la loro condizione: fra i giocatori patologici infatti, il 23% ha un lavoro precario e il 18% è in pensione.
Il Sert di Rimini dal 2004 ha quintuplicato i pazienti riscontrando una crescita allarmante per questa patologia. Il 34% è composto da persone di 30/39 anni, il 31% da 40/49enni, il 15% 50/59 anni, il 12% da persone di età maggiore dei 59 anni. I giocatori sono per il 73% residenti a Rimini. Il 68% è occupato regolarmente, i disoccupati e i precari il 23%, i pensionati il 9%. La maggior parte dei giocatori è di sesso maschile (83%). Il 45% dipende dai videogiochi, il 25% da lotto, lotterie i e gratta e vinci, i restanti si dividono tra cavalli e carte.
Un servizio pubblico e gratuito per uscire dalla spirale
Il Sert di Rimini partecipa al progetto di prevenzione "Il gioco è una cosa seria", di cui sono capofila le Regioni Piemonte e Liguria e che si svolge in 13 Regioni ed oltre 50 città. Le azioni del progetto mirano a sensibilizzare e formare gli amministratori ed i funzionari degli Enti Locali rispetto alla problematicità connessa alla diffusione del gioco, a promuovere negli adolescenti un approccio consapevole alla gestione del denaro ed al gioco d'azzardo e a sensibilizzare e formare i gestori dei locali dove vengono erogati i vari prodotti del gioco.
Il gioco d'azzardo patologico è una malattia che si può curare. Se si ha bisogno di aiuto per se stessi o un proprio familiare telefonate allo 0541/325103. Il servizio è gratuito e vi si può accedere anche in anonimato.