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La generazione chimica: il 40% dei giovani beve fuori pasto

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Beve fuori pasto il 40% dei giovani

La ‘generazione chimica’, comincia già in età pre-adolescenziale ad avvicinarsi all’alcol. Il bisogno di sentirsi grandi ed accettati o semplicemente la voglia di trasgressione li porta ad ubriacarsi sempre più spesso

Si beve per dimenticare. Questa è una di quelle frasi che chiunque ha pronunciato, tra il serio e lo scherzo, almeno una volta nella propria vita. Ma guardando i dati sull’alcolismo in Italia, verrebbe da dire che si beve un po’ per tutto. Ma soprattutto, si beve troppo. I dati forniti dal ministero della Sanità parlano chiaro: è stato registrato un sensibile aumento dell’uso di alcol specialmente lontano dai pasti. Questa abitudine molto diffusa nei paesi del nord Europa è conosciuta come binge drinking, ovvero il bere in maniera compulsiva fino a ubriacarsi. E così i ragazzi passano dai succhi di frutta alla birra ed ai superalcolici sempre prima. Sono infatti tra il 30 ed il 40% i giovani in Italia che bevono fuori pasto (negli Usa si arriva, addirittura, al 44%). Il 13-14% del totale è composto da ragazzini di 11-12 anni. La ‘generazione chimica’, comincia già in età pre-adolescenziale ad avvicinarsi all’alcol. Il bisogno di sentirsi grandi ed accettati, gli sbalzi d’umore tipici dell’adolescenza o semplicemente la voglia di trasgressione li porta a bere senza misura e senza nessun tipo di coscienza sulle conseguenze di tale assunzione. L’Organizzazione mondiale della sanità ricorda che l’intossicazione alcolica è causa di un decesso su 4 tra i 15 ed i 18 anni, ed è la causa di un caso su tre di lesioni (risse), omicidi e suicidi tra gli 11 ed i 20 anni d’età. “E’ una moda, un cambiamento della cultura del bere, dobbiamo prenderne atto noi adulti ed insegnare ai ragazzi, usando il loro linguaggio, che il bere è un’abilità da imparare”- spiega Massimo Biondi, professore ordinario di psichiatria dell’Università Sapienza di Roma. In occasione della presentazione della campagna “Bere è contro le ragazze”, promossa dal comune di Roma, dalla Sapienza e dall’ospedale Sant’Andrea, continua: “non si deve mai bere a stomaco vuoto e mai se si è stanchi, bisogna saper rifiutare, imparare a sentire i sapori, ma soprattutto a fermarsi e chiedere aiuto agli amici”- conclude il Prof. Biondi. Il bere senza controllo e al solo scopo di ubriacarsi ha preso piede velocemente in Italia e, nei giovani, ha preso il posto del bere conviviale. Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale alcol e tossicodipendenze dell’Istituto superiore di sanità, denuncia: “E’ colpa degli adulti se i giovani bevono troppo e male, da un lato la forte pressione del marketing (non esiste infatti una legge che proibisca o limiti la pubblicità di prodotti alcolici ndr) che offre dell’alcol un’immagine di successo. Dall’altro i genitori hanno smarrito il controllo sui comportamenti dei figli”. “Adesso va il ‘bevi quanto ti pare, ad ogni ora del giorno e a basso costo”- conclude Scafato.


Cos’è il binge drinking è un' "abbuffata alcolica", evento in cui la persona assume varie bevande a base di alcool ripetutamente in modo compulsivo fino ad ubriacarsi. Con questa denominazione è definito il consumo di almeno 5 o 6 bicchieri (e comunque molto al di sopra delle proprie caratteristiche di tolleranza), molte volte in modo quasi consecutivo e rapido, ovvero senza sorseggiare, ma trangugiando l'alcool tutto d'un fiato.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)