La gradazione alcolica: che cos'è e come si misura
La gradazione alcolica: che cos'è e come si misura
Il metodo utilizzato dai laboratori di analisi sfrutta la diversa densità tra l'acqua e l'alcol: prima la bevanda viene
distillata e poi se ne misura la densità.
gradazione alcolica
Il titolo alcolometrico sulle bottiglie, composto da un numero e dal suffisso "%vol", è quello effettivo, cioè la percentuale
(in volume) di alcol nella bevanda al momento della misurazione. Tuttavia, per alcuni alcolici (soprattutto quelli che
contengono zuccheri che potrebbero fermentare e produrre altro etanolo) è indicato anche il titolo potenziale. La legge
consente un'approssimazione dello 0,8%.
Etichette.
Ogni bevanda alcolica deve essere analizzata e riportare sull'etichetta il titolo alcolometrico (una volta chiamata
gradazione alcolica): la percentuale in volume di etanolo , cioè di alcol puro, contenuta in 100 parti di prodotto a 20 °C di
temperatura. Un altro metodo, semplice ma poco preciso, è usato solo per alcuni vini. Si basa su un principio fisico: sapendo
che l'acqua bolle a 100 °C mentre l'alcol a 78 °C, è possibile determinare la percentuale di etanolo misurando la temperatura
di ebollizione. I titoli alcolometrici indicati qui segnalano il minimo stabilito per legge e un massimo dedotto da una
media. Long drink da 13% a 15%, whisky da 40% a 65%, amaro da 7% a 35%, grappa da 37% a 60%, vino bianco e rosso da 8,5% a
15%, vodka da 15% a 70%, birra da 4% a 13%