La legge entrata in vigore proibisce la vendita in chioschi e sagre
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«Oltre alla crisi arriva la beffa dell'alcol»
Categorie sul piede di guerra contro il Governo
Da ieri l'alcol è bandito su spazi e aree pubbliche diverse dalle pertinenze di ristoranti o bar, da intendersi come dehor, "estivi" e gazebo. Fatte salve le ragioni di chi si spende giustamente contro ogni abuso, sembra uno dei più inaspettati controsensi normativi che si possano immaginare.
Tanto per essere chiari, la vendita o la somministrazione di una lattina di birra in uno stand alimentare di un mercato potrebbe valere una multa di quattromila euro per l'operatore. Una bottiglia di vino venduta in una sagra paesana in cui si promuovono e commercializzano prodotti tipici, fa rischiare la stessa sanzione pecuniaria. E se la vendita avviene oltre la mezzanotte si parte da un minimo di 5.000 euro e si arriva a 30 mila.
A stabilirlo, con disattenzione per le innumerevoli manifestazioni pubbliche organizzate da associazioni culturali e civili, partiti politici, enti di promozione locale e municipalità, è l'articolo 23 della legge 88 di quest'anno che recepisce una legge comunitaria del 2008.
L'obiettivo sarebbe contrastare la vendita e la somministrazione illecita di bevande alcoliche su aree pubbliche soprattutto di notte e attraverso i distributori automatici spesso abusivi. Va da sé che colpire il diffuso abusivato in materia ha fatto finire nel mirino incolpevoli operatori commerciali che regolarmente autorizzati, sono una componente essenziale delle manifestazioni che promuovono la socialità e le tipicità locali.
Ad alzare una cortina di indignazione è stata per prima la Confesercenti che parla già di norma-beffa. «Al danno che sta provocando la crisi dei consumi - sottolineato Roberto Menin, funzionario provinciale Anva, il sindacato di categoria degli operatori su area pubblica - si aggiunge la beffa per chioschi e altri esercizi che svolgono un servizio essenziale per residenti e turisti. Si tratta di una sorta di proibizionismo di giornata e nonostante le tante sollecitazioni avanzate dalla categoria, il legislatore non è ancora stato in grado di modificare la norma».
Finora su area pubblica si potevano vendere solo bevande alcoliche in recipienti chiusi in quantità ridotta: un quinto di litro per i superalcolici, un terzo di litro per gli alcolici.
Il Parlamento, conscio dell'errore compiuto, ha tentato di correre ai ripari. In sede di approvazione della legge 88 è stato votato un ordine del giorno che impegna il Governo a chiarire che le disposizioni non si applicavano a manifestazioni, sagre, fiere o feste paesane. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio Carlo Giovanardi ha già annunciato il sì dell'esecutivo alla stesura di un articolo aggiuntivo che corregga il disegno di legge derivante dalla norma comunitaria che, però, verrà discussa e votata non prima dell'autunno. Fino ad allora vale quanto detto.