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News di Alcologia

La malattia dei grandi chef? Quando l'alcol e le droghe fanno paura...

La malattia dei grandi chef? Quando l'alcol e le droghe fanno paura...

LA MALATTIA DEI GRANDI CHEF? QUANDO L'ALCOL E LE DROGHE FANNO PAURA...
In Inghilterra se ne parla ogni giorno: anzi sono gli stessi chef stellati ad uscire allo scoperto. Disagio psichico, tossicodipendenza alcolismo, realtà diverse anche in Italia? Ma non se ne parla...


Devo dire che il mondo della “cucina” mi affascina moltissimo.
Sarà perché sono spessissimo al ristorante oppure perché amo anche stare ai fornelli nelle mie case, soprattutto quando ho amici, ed anche questo succede di sovente, ma quasi ogni giorno mi ritrovo a pensare com’è la vita di un grande chef. Intanto non è una vita semplice: orari impossibili, sempre sotto stress, coabitazioni difficili in cucine che non sono spazi angusti ma quasi sempre sono affollate di secondi, lavapiatti e aiuti vari. Non è un caso che, e non parlo solamente dei “grandissimi”, nelle cucine spesso si faccia uso di cocaina, e di altre droghe, e di molto alcool. Negarlo vorrebbe dire nascondersi dietro il proprio dito. Chi di noi, addentro alle problematiche di ristoranti ma anche di trattorie, non conosce almeno una coppia di cuochi con qualche vizietto? E pensando proprio a questo mi è capitato per le mani, ovvero sullo schermo del mio iPad, un articolo del Guardian dove si raccontano le “malattie” degli chef. La firma è della giornalista londinese Katy Salter, una brava e apprezzata esperta di buona cucina che vive tra il Regno Unito e gli Stati Uniti, e lo ha pubblicato all’inizio di quest’anno proprio dopo le vacanze di Natale, ma l’argomento è della massima attualità.


La Salter racconta la vita quotidiana di tre chef famosi, il loro lavoro, la fatica, il mangiare disordinato a tarda notte accompagnato da un numero considerevole di gin&tonic e la loro scelta di “curarsi” per evitare il peggio. I loro nomi sono Seamus Mullen, stabilmente a New York ma spessissimo a Londra dove dirige il Mondrian ai Sea Containers, Tom Kerridge, proprietario dell’Hand and Flowers a Marlow, nel Buckinghamshire, due stelle Michelin e Anthony Demetre, chef di famosi ristoranti londinesi come il Wild Honey, l’Arbutus e Les Deux Salons. Tre realtà differenti accomunate però dal disagio, dal dolore, dalla malattia ma anche dalla volontà di superare i propri problemi e di stare meglio. Mullen è passato dall’uso di psicofarmaci ad un incidente, mentre era in bicicletta, con un camion che lo ha letteralmente travolto. Da lì la decisione di “risorgere” grazie ad una dieta ferrea, allo yoga, all’agopuntura. Oggi è un uomo completamente diverso, equilibrato, sano. Lo stesso lo si può dire per Tom Kerridge. L’anno scorso Tom ha perso 63 chili, ben dieci taglie. Aveva iniziato a mettere su peso quando aveva intrapreso la professione di cuoco.


(...omissis...)


Assia Von und Zu


copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.diggita.it/v.php?id=1484148


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)