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La mente e l’alcol: bere senza pensare

La mente e l’alcol: bere senza pensare

La mente e l’alcol: bere senza pensare

 

Molto spesso, quando beviamo pensiamo a questo o a quello, senza apprezzare quello che stiamo facendo, perdendo la consapevolezza del bere. A volte beviamo e non siamo consapevoli di stare bevendo: la nostra mente non è lì. E quando la mente non è presente guardiamo ma non vediamo, ascoltiamo ma non sentiamo, beviamo ma non sappiamo che sapore abbia la bevanda. La mancanza di consapevolezza è uno stato di dimenticanza, di non curanza.

Conoscere gli effetti dell’alcol sul nostro corpo, dare delle risposte efficaci sulla complessa e tanto attuale tematica dell’educazione alimentare e, quindi, della salute, avvicina le persone e soprattutto i più giovani a comportamenti alimentari più equilibrati e più consapevoli. Far conoscere i danni causati dall’alcol o alcuni derivati come ad esempio il metanolo, usato in alcune bevande come adulterante per via del suo basso costo rispetto all’etanolo. L’ebrezza create dal metanolo porta anche ad una pericolosa intossicazione acuta, con vertigini, nausea, vomito, dolori addominali e cefalea. Ben più pericolosi sono i sintomi e i danni causati dai suoi due metaboliti, aldeide formica e acido formico: che attaccano gravemente il nervo ottico, il sistema nervoso centrale ed il fegato.

Parliamone con la professoressa Carla Cannizzaro dell’Università di Palermo (*)

Cosa è l’alcol.

“L’alcol etilico o etanolo è un alcol con elevato contenuto energetico pari a 7 Kcal/g, valore intermedio tra quello dei glucidi e dei lipidi, ma a differenza di questi ultimi non viene accumulato e viene eliminato attraverso le urine e l’aria espirata o viene metabolizzato. In condizioni anaerobie l’alcol etilico è un prodotto di scarto che viene sintetizzato grazie ad un un processo detto fermentazione che era conosciuto già dagli antichi egizi e dai Sumeri oltre 4000 anni fa”.

Come viene assorbito

“A causa della suà polarità l’alcol etilico è solubile nell’acqua e viene ingerito, infatti, in bevande che ne contengono concentrazioni diverse. Esso viene assorbito dall’intestino per diffusione passiva, e arriva alla circolazione entero-Zepatica che ne garantisce il metabolismo a carico di diversi sistemi enzimatici presenti principalmente nel fegato. Una piccola percentuale di etanolo ingerito (0-5%) entra nelle cellule della mucosa del primo tratto dell’apparato digerente (lingua, bocca, esofago e stomaco) dove viene metabolizzato. Anche il sistema nervoso centrale è in grado di metabolizzare l’alcol, seppur in piccole quantità. Solo il 2-10% viene escreto attraverso polmoni e reni. E’ importante ricordare che mentre la velocità di assorbimento rende conto della concentrazione plasmatica che è direttamente correlata all’intensità degli effetti dell’alcol, la velocità della metabolizzazione rende conto dell’eliminazione dell’alcol e dunque della durata dei suoi effetti. A stomaco vuoto l’assorbimento sarà maggiore e pertanto maggiori le concentrazioni plasmatiche a parità di volume di alcol ingerito. Per questa ragione è altamente sconsigliata l’assunzione di bevande alcoliche al di fuori dei pasti. Un’altra variante importante è relativa alla variabilità del metabolismo dell’alcol etilico nei sessi. Invero le donne sono più sensibili agli effetti di tossicità dell’etanolo perché i sistemi enzimatici, in particolare alcol deidrogenasi gastrica metabolizzano e dunque eliminano l’etanolo più lentamente. Il digiuno rallenta ulteriormente la velocItà di metabolizzazione nelle donne alcoliste”.

L’uso di alcol può alterare il metabolismo

“L’alcol etilico è uno dei pochi composti nutritivi ad elevata tossicità. L’assunzione di alcol modifica a lungo termine il metabolismo glucidico lipidico e proteico. Esso causa a digiuno ipoglicemia, nel periodo post-prandiale una iperglicemia transitoria; inibisce la sintesi proteica causando riduzione della massa muscolare scheletrica; stimola la sintesi dei trigliceridi, delle lipoproteine a bassa densità (colesterolo cattivo) risultando in aumento del loro deposito epatico (steatosi epatica) e della loro concentrazione plasmatica. Causa inoltre deficit vitaminici per ridotto apporto alimentare, ridotto assorbimento intestinale e alterazioni nel metabolismo vitaminico. Dobbiamo infatti ricordare che il contenuto calorico dell’alcol rende la necessità di alimentarsi meno pressante, riducendo dunque l’introduzione di alimenti vari e ricchi di principi nutritivi”.

Effetti neurofarmacologici dell’etanolo

“L’alcol etilico raggiunge ad alte concentrazioni il SNC, dove interagisce con i suoi target di per sé o attraverso la formazione dei suoi metaboliti, il primis l’acetaldeide. Dobbiamo però distinguere gli effetti acuti da quelli dovuti ad un uso, o meglio un abuso, cronico di alcol. Gli effetti a breve termine dell’etanolo, psicologici e comportamentali, differiscono in base alla concentrazione raggiunta. L’azione dell’alcol a basse dosi è dipendente dalla persona, dalle sue aspettative mentali e dall’ambiente nel quale avviene l’assunzione. Alcuni soggetti potrebbero essere rilassati ed euforici altri introversi e violenti Aumentando le dosi aumenta l’effetto sedativo e diminuisce l’attività comportamentale A concentrazione di alcol nel sangue di circa 0.05-0.09% si ha maggiore capacità di socializzazione, aumento della loquacità, diminuzione dell’inibizione, del giudizio e del controllo, rallentata elaborazione delle informazioni. Dall’1-1.5 % si ha instabilità emotiva alterazione della memoria atassia. A concentrazioni ematiche molto alte, al pari di altri composti sedativo-ipnotici, è in grado di indurre ipotermia coma, depressione respiratoria e morte. L’abuso cronico porta a conseguenze morfologiche e funzionali che riguardano il cervello, e che sottendono alla induzione e al mantenimento della dipendenza patologica. Questa è una malattia del cervello cronica recidivante, caratterizzata da lunghi sgradevoli periodi di astinenza trascorsi per lo più nel desiderio compulsivo di ri-assumere la sostanza, e da brevi momenti di gratificazione, o benessere, dovuti all’introduzione della sostanza. I danni neurologici consistono in atrofia cerebrale, ovvero perdita di materia grigia accompagnata da perdita funzionale, polineurite alcolica, sindrome di Wernicke-Korsakoff caratterizzata da disturbi degenerativi di tipo motorio sensoriale affettivo e cognitivo”.

Come l’alcol può influenzare l’assunzione di farmaci

“L’alcol interferisce con l’azione di molti farmaci, alterandone l’effetto in maniera spesso imprevedibile. In generale esso provoca potenziamento degli effetti diretti e collaterali di comuni antiinfiammatori analgesici come l’aspirina, l’ibuprofene, il paracetamolo, il diclofenac, alcuni antidepressivi, ansiolitici e antistaminici. Può ridurre o ritardare l’effetto di farmaci antiepilettici, alcune classi di antiipertensivi e ipoglicemizzanti. Può produrre inoltre una reazione avversa a certi antibiotici, quali antitubercolari, antimicotici e antiparassitari. Assumere alcolici insieme a farmaci di largo consumo, sovraccaricano il fegato, provocando un rallentamento dello smaltimento sia dell’alcol che del principio attivo del farmaco, con conseguenti fenomeni di sovradosaggio”.

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.siciliainformazioni.com/ludovico-gippetto/418795/la-mente-e-lalcol-bere-senza-pensare

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)

 

 

 

 

(*) Carla Cannizzaro, Prof. Associato Farmacologia e Farmacoterapia – Responsabile del laboratorio di neuropsicofarmacologia – Dip. scienze per la promozione della salute e materno infantile “G. D’Alessandro”