La neuroradiologia rivela i danni delle droghe sul cervello
La neuroradiologia rivela i danni delle droghe sul cervello
Diverse ricerche hanno studiato i deficit funzionali e metabolici del cervello nell'uso di droghe con l'utilizzo di metodiche
d'avanguardia come la Spettroscopia (MRS), la Risonanza Magnetica funzionale (fMRI) e la Tomografia ad emissione di positroni
(PET). Da una recente revisione della letteratura sui deficit provocati dall'uso di droghe e pubblicata da studiosi americani
sulla rivista scientifica American Journal of Neuroradiology emerge che è possibile affiancare allo studio funzionale del
cervello le tecniche più convenzionali di neuroradiologia come la Tomografia Assiale Computerizzata (TAC), la Risonanza
Magnetica (RM) e l'Angiografia per capire come le droghe alterano la struttura cerebrale. Gli autori riportano i dati emersi
dall'utilizzo di queste metodiche su individui che hanno fatto uso acuto e cronico di cannabis, inalanti, cocaina, ecstasy,
amfetamine e oppio. I deficit riscontrati sono vari e comprendono leucoencefalopatia acuta o subacuta, complicazioni
vascolari con vascostrizione, vasculite e ipertensione, emorragie intracraniche e ischemie. Alcuni di questi deficit sono
specifici per il tipo di droga assunta, altri sono comuni a più sostanze. La TAC ha mostrato l'effetto acuto (degenerazione
delle sostanza bianca) e cronico (ritardo mentale e psicosi) dell'eroina inalata sul cervello di alcuni individui. Alcuni
possono sviluppare parestesie progressive spastiche e demenza a seconda delle aree cerebrali colpite dalla degenerazione. Lo
studio dei vasi cerebrali con tecnica angiografica ha mostrato irregolarità vascolari (vasculite) in chi assume cocaina, con
un maggior rischio di incorrere in ischemie cerebrali.
Le diverse tecniche neuroradiologiche, assieme alle neuroscienze, permettono quindi di formulare diagnosi sempre più corrette
e precoci, in grado di prevenire ulteriori danni al cervello in caso di assunzione di droga