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La piaga dell'alcool tra i giovani: prima causa di morte

La piaga dell'alcool tra i giovani: prima causa di morte

La piaga dell’alcool tra i giovani
Ora è la prima causa di morte


È allarme alcol, e a lanciarlo è la Fondazione italiana per la ricerca sull’epatologia, che vede come soggetti coinvolti soprattutto i giovani, se non i giovanissimi. L’argomento è già stato sentito parecchie volte, ma se continuano a farci studi sopra e a riproporne i preoccupanti risultati, significa che si è di fronte ad un rischio concreto. La ricerca della Fondazione si è basata su un campione di 2.800 ragazzi fra i 14 e i 19 anni, e il quadro che ne emerge è di un’incontrollabile tendenza ad abusare degli alcolici, considerata addirittura la prima causa di mortalità giovanile. Un problema vero, a cui il Ministero della Sanità a partire da quest’autunno intende far fronte con durezza.

I risultati della ricerca.

 Dagli studi effettuati dalla Fondazione, emerge che il 70 percento degli intervistati beve a ritmi saltuari ma comunque già cadenzati, e soprattutto che in quei momenti di “pazza gioia” non si pone alcun limite; il 28 percento ci dà dentro diversi giorni alla settimana, mentre il 2 percento non permette al sole di tramontare senza prima bagnarlo con abbondanti dosi di alcolici. Il 9 percento dei ragazzi fra i 18 e i 20 anni è addirittura già alcol dipendente. Il 3,5 percento dei maschi e il 2,2 percento delle femmine ha dichiarato di bere con l’apposito fine di ubriacarsi. Ma il dato che forse fa il maggior effetto è che il 17 percento dei casi che arrivano al pronto soccorso per intossicazione da alcol riguarda ragazzini di meno di 14 anni.

Inoltre il 60 percento degli intervistati dichiara di aver preso parte almeno una volta ad un “binge drinking”: si tratta di un fenomeno che sta letteralmente spopolando da qualche tempo a questa parte in Italia, e si tratta di una serata appositamente pensata per bere, bere, bere, e fra una bevuta e l’altra, bere, fino a non riuscire nemmeno più ad articolare il proprio nome (quando va bene). A sentire Emanuele Scafato, presidente della Società italiana di alcologia, il problema è che l’alcol è diventato una cosiddetta “gateway drug”, ovvero una droga che però non presenta alcun tipo di ostacolo legale, che costa relativamente poco e che è facilissima da reperire. Sempre Scafato fornisce un dato scioccante: l’alcol, sia in forma diretta con la formazione di neoplasie sia indiretta come causa di incidenti stradali e affini, è la causa numero uno della mortalità fra i giovani.
 

Un problema anzitutto culturale.

Ad offrire una sponda alle parole di Scafato ci ha pensato Ferruccio Bonino, presidente della Fondazione che ha realizzato lo studio in questione. Secondo quest’ultimo, la clamorosa diffusione della dipendenza da alcolici è una questione anzitutto culturale: viviamo in un mondo che, in vari modi e attraverso tutti i suoi strumenti più mediatici, bombarda i giovani con il messaggio che bere è il massimo, che solo i migliori lo possono fare, e che non basta godersi una bella birra fresca o un buon calice di vino, ma occorre trangugiare fino a perdere totalmente il controllo di sé. L’educazione ad una sapiente considerazione dell’alcol, dice Bonino, parte anzitutto dalla famiglia, dove è compito primario dei genitori insegnare la moderazione rispetto agli alcolici. Anche la dicitura classica “bevi responsabilmente” che campeggia su ogni pubblicità in tema non offre alcun tipo di aiuto, continua il presidente, poiché è ambigua e per nulla efficace; occorre una presa di posizione, culturale e normativa, seria e decisa.


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.bergamopost.it/che-succede/la-piaga-dellalcool-tra-giovani-ora-e-la-prima-causa-di-morte/


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)