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La Procura di Torino apre un'inchiesta sulle sigarette elettroniche

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Sigarette elettroniche “senza rischi” La Procura torinese apre un’inchiesta

Non riportano sulla confezione gli eventuali rischi per la salute dei fumatori: è per questa ragione che il pubblico ministero torinese Raffaele Guariniello ipotizza il reato di immissione in commercio di prodotti pericolosi per il titolare di una ditta che importa ricariche per sigarette elettroniche. L’inchiesta sul fumo elettronico era partita già da alcune settimane, dopo che i Nas di Torino avevano sequestrato in più occasioni alcune migliaia di confezioni di ricariche per sigarette elettroniche. 
 
Il pm Guariniello aveva chiesto un parere sulla pericolosità delle sigarette elettroniche all’Istituto superiore di sanità. Dalla risposta emerge che le sigarette elettroniche sono vietate in Australia, Canada, Norvegia, Brasile, Thailandia, Uruguay, Singapore, Turchia e Cina, paese dove furono inventate nel 2003 e dove continuano ad essere prodotte per l’esportazione. L’Iss ha anche fatto una stima dei possibili danni alla salute ipotizzando tre scenari a seconda dell’esposizione al fumo delle sigarette elettroniche: fumatori moderati (5 utilizzi giornalieri con 15 aspirazioni), medi (10 sigarette) e forti (20 sigarette). A quanto si apprende, in tutti e tre i casi i livelli di assunzione giornaliera di nicotina risultano superiori ai limiti considerati «accettabili» dall’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, che sono fissati in 0,0008 mg/kg. 
La conclusione dell’Iss è che «le sigarette elettroniche presentano potenziali livelli di assunzione di nicotina per i quali non è possibile escludere il rischio di effetti dannosi per la salute umana, in particolare per i consumatori in giovane età. Si ritiene opportuno che tali effetti dannosi per la salute siano comunicati al consumatore con apposite avvertenze sulla confezione della articolo in commercio». La procura sta anche facendo analizzare il contenuto delle ricariche per conoscerne la loro esatta composizione.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)