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La Russia mette sotto osservazione consumi, normative e pubblicità sull'alcol

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La Russia mette sotto osservazione consumi, normative e pubblicità sull’alcol

Il consumo di bevande alcoliche è un grave problema sociale e sanitario che investe tutti i paesi europei, anche quelli non afferenti all'Unione. Il vecchio continente è la regione con la più grande percentuale di bevitori del mondo, con i più alti livelli di consumo di alcol pro capite e con il più alto tasso di danni alcolcorrelati. Le autorità sanitarie dell’UE stimano che il consumo problematico sia la causa di quasi l’8% di tutti i problemi di salute e dei decessi, anche precoci (fra le conseguenze figurano: un elevato numero di incidenti mortali, un vasto impatto sociale sotto forma di violenza, teppismo, criminalità, problemi familiari, emarginazione sociale e una bassa produttività lavorativa). Ad aggiornare la portata del fenomeno arriva oggi una infografica di carattere interattivo proposta dalla RIA Novosti, l'agenzia d'informazione russa che si occupa del consumo, delle restrizioni e la pubblicità dell'alcol in Europa. Questa iniziativa, che si basa sui dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e della Direzione Generale Salute e Consumatori della Commissione Europea, fa un quadro aggiornato della situazione. Dal report si evince come le nazioni più ad est abbiano le percentuali di “consumo-procapite-annuo” più elevate (ad esempio: Moldova 18,2 litri, Repubblica ceca 16,5 litri, Ungheria 16,3 litri, Russia 15,8 litri). Rilevanti e d’interesse per le politiche in materia, sono i dati circa le restrizioni sul consumo di alcolici e superalcolici: a parte Albania e Armenia dove non c’è regolamentazione, in tutti gli altri la soglia per acquistare alcolici è di 18 anni. Ultimo elemento di analisi è la legislazione delle attività di promozione e pubblicità sui media: proibita in Scandinavia, Francia, Spagna, Polonia, Svizzera, Austria e Russia; attivata e moderata in Italia, Germania, Olanda, Portogallo, Regno Unito; assente in Repubblica Ceca, Albania, Bosnia, Grecia


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)