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La sbronza e le sue conseguenze: indicazioni dall'Alcohol Hangover Research Group

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Cos’è la sbronza e come si rimedia alle sue conseguenze
La scienza che si occupa della questione è appena nata, ma già fornisce risposte interessanti sulle conseguenze di una serata eccessiva

 
Se anche voi come me avete un po’ esagerato con l’alcol questo fine settimana, magari vi state domandando cosa può aiutarvi a stare meglio. La verità è che la scienza che indaga questo campo è particolarmente arretrata, e risente di una tendenza perbenista a non interessarsi troppo alle vittime di un brutto vizio. La buona notizia è che da qualche anno un gruppo internazionale di ricercatori, riunito nell’Alcohol Hangover Research Group studia la faccenda molto seriamente e può aiutarci a capire ad esempio cosa c’è di vero nelle ricette popolari: fino a che punto è utile prendere un antifiammatorio come l’ibuprofene? E’ vero che bere un po’ di alcol al mattino aiuta a far passare gli effetti? L’età ci aiuta a sopportare meglio le sbronze? Perché ci sono persone che sembrano non soffrirne affatto? E cosa è meglio mangiare il mattino dopo?


Nel convegno della AHRG che si è appena chiuso a Seattle si è fatto il punto della situazione: noi l’avevamo già capito, ma prima di tutto è arrivata la conferma ufficiale che la sbronza affumica la mente e danneggia la memoria. Un altro tema interessante di cui si è disquisito è la relazione tra le nostre personali reazioni all’alcol e la probabilità di diventarne dipendenti. Mi spiego meglio. È opinione diffusa che i postumi della sbronza siano stati inventati da madre natura per darci un freno: viste le conseguenze, la prossima volta starai più attento. Ma la ricerca dice che non funziona così e, nonostante i buoni propositi, nessuna nausea più mal di testa ha mai inibito nessuno a ricaderci la volta dopo. Anzi, diversi studi hanno mostrato il contrario: gli alcolisti sono quelli che si prendono le peggiori sbronze, anche se riescono a tenere sotto controllo ciò che bevono. Cioè un alcolista che riesce a trattenersi e a bere poco è comunque “propenso” ad avere i peggiori postumi. Questo perché ci sarebbe una sorta di componente genetica nel soffrire dopo una bevuta eccessiva e, mentre un 22-23% della popolazione è immune ai postumi (non si sa bene perché), questo non significa che i fortunati bevitori ne approfitteranno per bere di più, anzi – per l’appunto – è vero il contrario: chi ha i peggiori postumi ha più probabilità di diventare alcolista.


Non si sa neppure di preciso cosa realmente causi mal di testa, nausea, letargia e quella particolare sensibilità alla luce e al rumore. La teoria più accreditata al momento è che l’alcol venga digerito dall’organismo grazie a un enzima che trasforma l’etanolo in metaboliti: è questo il momento in cui ritorniamo sobri dopo aver bevuto, ovvero abbiamo “digerito” l’etanolo. A quel punto resta da smaltire il metanolo, ed è proprio questo processo a causare la formazione di tossine – formaldeide e acido formico – che ci faranno stare male. In sostanza, in genere circa una decina di ore dopo aver bevuto, queste tossine ci avvelenano un po’. Ed ecco il motivo per cui bere un po’ di alcol il mattino dopo ci fa stare meglio: si suggerisce all’organismo di smettere di scomporre il metanolo, per tornare ad occuparsi dell’etanolo. Così si sospende la produzione delle tossine, che viene però solo ritardata. Quindi bere un goccetto al mattino è da evitare per due motivi: non si risolve nulla e si rischia di diventare alcolisti iniziando l’abitudine a bere anche di giorno.


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.wired.it/lifestyle/food/2014/06/23/cose-la-sbronza-e-come-si-rimedia-alle-sue-conseguenze/


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)