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La sigaretta elettronica è innocua?

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La sigaretta elettronica è innocua, forse. Ma intanto si studia il divieto


di Paolo Russo, La Stampa
È stato uno dei regali più «in» di questo Natale, così popolare da finire anche nel mercato parallelo dei prodotti taroccati made in China. Ma per le gettonatissime sigarette elettroniche è scattata l'ora dei processi. L'Istituto superiore di sanità ha mandato al ministro della salute, Renato Balduzzi, un parere che non boccia le e-sigarette, considerate comunque molto meno dannose delle classiche «bionde», ma nel quale si ammette la mancanza di prove certe circa il fatto che facciano smettere di fumare. Fermo restando che qualche danno alla salute lo fanno e che sarebbe meglio tenerle lontane dai ragazzini e dai luoghi chiusi, come posti di lavoro, cinema, bar e ristoranti. Divieto che al ministero stanno studiando come introdurre senza incappare in ricorsi dai quali sarebbe poi difficile difendersi.Per ora l'Anec, l'associazione degli esercenti delle sale cinematografiche, non ha posto ad esempio nessun divieto. «Ma fino ad oggi non ho visto nessuno accendere una sigaretta elettronica in sala né un vicino di posto lamentarsene» confida Aldo Nocente, direttore di un noto cinema romano.Ma che per le e-sigarette non tiri una buona aria lo si è visto a Genova dove i Nas hanno sequestrato tremila gingilli elettronici made in China, privi del marchio Ce e senza indicazioni sulle concentrazioni di nicotina presenti.Una cosa comunque è certa: il mercato da 100 milioni di euro e 1500 addetti delle sigarette elettroniche è fatto per ora di poche regole e in più confuse. Una direttiva europea stabilisce che debbano presentare chiare avvertenze sui pericoli per la salute. Soprattutto per i bambini, visto che per loro sopra i 10 milligrammi la nicotina può essere fatale. In attesa di recepire le norme Ue il ministro Balduzzi, il 28 settembre ne ha disposto il divieto di vendita per i minori di 16 anni per sei mesi. Questo perché «svapare», come si dice in gergo, sta diventando una moda anche tra i giovanissimi. «Per ora non esistono prove che le sigarette elettroniche riescano effettivamente a sconfiggere il vizio del fumo, ma una cosa è certa: sono decisamente meno dannose di quelle vere», chiarisce sintetizzando il parere inviato a Balduzzi la professoressa Roberta Pacifici, direttrice dell'Osservatorio fumo, alcol e droghe dell'Iss. Il testo inviato al ministero lo dice chiaramente: «I livelli di tossicità sono di molto inferiori alle sigarette convenzionali ed equiparabili ai prodotti sostitutivi a base di nicotina». Ricorda Pacifici: «Con la combustione si sprigionano oltre 4mila sostanze a m a g g i o r a n z a tossiche e cancerogene, che ogni anno in Italia provocano 80mila morti per tumore al polmone, broncopolmoniti e malattie cardio-vascolari». Pericoli che non si corrono con i dispositivi che vaporizzano solo nicotina, «che però alza la pressione, fa male al sistema cardiocircolatorio in genere e alle vie respiratorie».Insomma i danni ci sono anche se minori di quando si accende una «bionda». Per questo il documento propone di regolamentare vendita e acquisto del fumo elettronico «con le stesse modalità già esistenti per i prodotti per la terapia sostitutiva a base di nicotina». Ma svapare fa smettere di fumare? «Scalando via via la nicotina che si assume con il dispositivo elettronico si può forse superare la dipendenza fisica ma non quella psicologica dal fumo», mette in guardia la professoressa.Poi c'è il problema di chi la sigaretta elettronica la usa non per smettere di fumare ma per farlo anche dove non si può: uffici, bar, ristoranti, cinema e tutti i luoghi pubblici dove la sigaretta è bandita. E se il fumatore incallito ha trovato nell'elettronica un alleato, altrettanto non si può dire per chi inala i vapori. «Non saranno dannosi come il fumo normale ma a cuore e polmoni non fanno comunque bene» precisa l'esperta dell'Iss. Che lancia l'allarme anche sulle e-sigarette apparentemente più innocue, quelle senza nicotina. Oramai è di moda regalarsele anche tra under 16.«Ma il mercato di queste sigarette - spiega Pacifici - si è sviluppato soprattutto via internet e così è difficile sapere se le sostanze aromatizzanti siano nocive oppure no. Il passaggio dal vapore al fumo, poi, può essere breve». Non a caso tra gli aromi più gettonati c'è quello al tabacco.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)