La strage dei giovani alcolisti e i dubbi sull'oktober fest: riflessioni di Don Paolo Farinella
La strage dei giovani alcolisti e i dubbi sull'oktober fest: riflessioni di Don Paolo Farinella
Si dice che in Comune siano frizzanti come il mosto per l'entusiasmo di questo «evento culturale» che invece è la presa
d'atto di una strage per l'alcol che sempre più prende piede nel mondo giovanile. Certo, la festa dell'alcol porta lavoro,
alimenta il mercato, i produttori di vino sono contenti e il Comune gongola per il successo di immagine ed economico. Accanto
alla grande boiata trana Genova quella in cui viviamo e dove anzi convivono idee e sistemi contrastanti e contraddittori,
come se niente fosse e ... ognuno va per la sua strada, senza nemmeno rendersi conto che il prezzo salato di alcuni «fatti»
lo paghiamo tutti, anche facendo finta che «tutto vada bene, madama la marchesa!». Nel maggio 2006 nell'ospedale civile di
San Martino nasce il reparto di Alcologia e Patologie Correlate, per fronteggiare le problematiche inerenti le malattie del
fegato e, in modo particolare, per preparare i pazienti alcolisti al trapianto di fegato. Il 40% dei trapianti è dovuto
all'alcol con una età media intorno ai 40 anni? Chiunque ha un minimo di intelligenza può trarre conclusioni terrificanti sia
sul versante sociale sia su quello sanitario e relativi costi. Eppure ... A Genova, l'amministrazione comunale, dopo il
«successo della settimana dell'Oktober Fest del 2009, pare che voglia addirittura raddoppiaree riproporre due settimane, con
l'intento di raccattare palanche e forse rallegrare la città al canto del valzer di Alfredo: «Libiam, libiamo, ne' lieti
calici, che la belleza infiora» (G. Verdi, Traviata, I atto, scena 2 della Notte bianca, l'October Fest è decisamente una
istigazione al suicidio di massa. Vediamo i numeri della Provincia di Genova [fonte: Sezione Ligure della Società Italiana di
Alcologia (SIA)]. Ogni anno su 100 mila abitanti, 228 sono ricoveri per danni da alcol (3° posto in Italia). Se non basta,
il 25% dei decessi dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni è dovuto all'alcol (incidenti automobilistici compresi). Il principio
economico di fondo può giustificare un simile obitorio permanente? Le ragazze liguri tra i 14 e 19 anni sono quelle che in
Italia si ubriacano di più; di queste il 6% si ubriaca più di 12 volte all'anno, cioè più di una volta al mese. Segue la
capacità quotidiana (sic!) di spesa in alcolici e superalcolici: il 10% dei ragazzi genovesi dispone di â`¬ 12,00 al giorno
per alcol, il 20% dispone di â`¬ 6-7,00 e il 28% â`¬ 5. Ogni volta che uno si ubriaca riduce la massa cerebrale, cioè crea un
danno irreversibile. L'iniziazione all'alcol comincia a 12 anni, cioè appena smesso il ciuccio. L'alcol è sempre più
associato alla caffeina per bere di più e per apparire tosti e forti, cioè imbecilli e stupidi? Il consumo di alcol (vino,
birra e superalcolici) è stato inserito nel «Gruppo 1» come massima potenza cancerogena per alcuni organi come cavità orale,
faringe, laringe, intestino, fegato e mammella. Questo dato è pressoché nascosto perché fa paura e per non disturbare la sana
e salutare festa degli avvinazzati. I produttori di vino hanno anche la pretesa di insegnare ai giovani «a bere bene», cioè a
fare i loro interessi, esattamente come Berlusconi che vuole piegare la verità a suo sporco uso e consumo. Come si può
insegnare a «bere bene» una sostanza tossica e cancerogena? Spero solo che l'amministrazione comunale sappia fare di conto e
valutare il rapporto costi-ricavi: quanto costano in termini di sanità e di socialità i danni provvisori e irreversibili
provocati dall'alcol? Chi paga? I produttori di vino o i cittadini? Da un'amministrazione pubblica ci si aspetterebbe un'idea
complessiva di città di vita, non di un cimitero immortalato nel clik di un October Fest. - DON PAOLO FARINELLA