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La Valle d'Aosta ai vertici nazionali per consumo di alcol

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La valle d'aosta ai vertici nazionali per consumo
Abuso di alcol, rapporto choc: "Il 4o% rischia la dipendenza"

Il fenomeno ha costi sociali che superano i 3 milioni l'anno
Giovani e donne più a rischio
CRISTIAN PELLISSIER

L'obiettivo? Sballarsi, bere fino a stare male. Il traguardo da raggiungere è l'ubriacatura: più forte è, meglio è. Una tendenza che sta dilagando e che assume i contorni dell'emergenza. La Valle d'Aosta, in questo ambito, è in cima alle classifiche. Lo rileva il ministero della Salute nella relazione annuale sull'uso di alcol. Un primato che non porta nessun premio, solo problemi: di tipo sanitario e di sicurezza stradale. Gli anglosassoni hanno dato un nome al fenomeno, e parlano di «binge drinking», quando si assiste all'assunzione di 5 o più bevande alcoliche in un breve lasso di tempo; le percentuali sono inquietanti e la Valle doppia l'Italia. Il problema interessa il 20,7 per cento dei valdostani (la media nazionale è 13,4) e il 6,1 per cento delle donne (media italiana: 3,5 per cento). I più colpiti sono i ragazzi tra 11 e 25 anni. Nella regione gli uomini a rischio di alcolismo sono il 38,3 per cento, contro una media nazionale del 25,4. Le donne sono in crescita e in Valle sono 15,4 contro 5,2 per cento. E il costo sociale annuo del fenomeno alcol, in Valle d'Aosta, è di tre milioni di euro.
I dettagli nei servizi su La Stampa in edicola oggi.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)