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La violenza dei ragazzi spesso legata a pasticche e alcol: il fenomeno visto dalla Polizia

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La violenza dei ragazzi si nutre di pasticche e alcol
Bibiana Pala, capo della squadra mobile: «Mescolano tutto senza valutare i rischi Negli ultimi mesi un'esplosione di aggressività, spavalderia e prepotenza»


SASSARI. La violenza generata dall'abuso di droga e alcol. Ci sono dati che - se letti con maggiore attenzione - presentano un fenomeno che comincia a preoccupare. Bibiana Pala, dirigente della squadra mobile della questura di Sassari, sta studiando la situazione da qualche tempo.


«Rileviamo che sempre con maggiore frequenza - afferma - gli arresti per resistenza, per esempio, riguardano giovani e giovanissimi. Spavaldi e prepotenti, assumono atteggiamenti che non possono essere definiti normali. Dietro c'è, quasi sempre, una storia di droga e alcol».


Il dirigente della Mobile sottolinea che il fenomeno riguarda una fascia di età compresa tra i 17 e i 25 anni, la stessa che sta facendo crescere un allarme globale per il consumo di droghe sintetiche.


«Sono di facile reperibilità - prosegue il capo della Mobile - e costano anche poco. All'ingrosso le pastiglie si possono trovare ormai a tre euro, mentre sul mercato al dettaglio vengono spacciate tra i 12 e i 15 euro. E i rischi di chi cerca lo sballo chimico sono sempre più alti».


Tra i ragazzini di oggi ci sono quelli che vengono classificati come «poliassuntori», e purtroppo sono una fascia piuttosto ampia, addirittura in crescita.


«C'è una esplosione di violenza ingiustificata, nell'ultimo periodo, tra i giovanissimi - ha detto ancora Bibiana Pala - che ci chiama tutti a nuove responsabilità. Anche l'ultimo arresto delle volanti, con un ventenne su un'auto, insieme a una ragazzina di 17 anni, si inserisce in questo quadro. Hanno travolto un poliziotto, poi hanno aggredito gli altri con calci e pugni».


Fenomeno sottovalutato da più parti, negli ultimi anni l'attenzione è stata rivolta soprattutto al consumo di cocaina. Se n'è parlato diffusamente, come se fosse l'unico problema.


«È vero, invece non era esattamente così. Anche se la situazione ha messo in evidenza un consumo significativo di cocaina. I ragazzini oggi sono capaci di mescolare pasticche, acidi e alcol senza valutare minimamente i rischi. E le conseguenze, purtroppo, sono devastanti. Arrivare troppo tardi vuol dire compromettere ogni azione».


L'informazione sull'ecstasy è nettamente inferiore rispetto a quella che circolava in passato sull'eroina. Il panorama sulle droghe sintetiche è infinito, ci sono ragazzi che "calano" pastiglie e qualunque cosa ma non si sentono tossicomani, hanno sempre più bisogno di una carica psicoattiva che li trasforma in mostri dai volti tutti uguali. Conservano quell'atteggiamento di superiorità che li porta a dire che «tanto smetto quando voglio, perché non ne ho bisogno». E invece hanno già perso completamente il controllo. «Il ruolo delle famiglie è importante, ma anche quello della scuola non è secondario - dice ancora il dirigente della squadra mobile - non bisogna mai aspettare troppo. Alle prime avvisaglie occorre intervenire, comunque provare a farlo. E se non si riesce a fronteggiare l'emergenza da soli, allora è bene cercare aiuto».


Il capo della Mobile non lo dice espressamente, ma nelle sue parole c'è un riconoscimento indiretto al coraggio dei genitori di Guido Cadoni, alla scelta che hanno fatto per aiutare il figlio a uscire da un tunnel nel quale poteva rischiare di restare imprigionato per sempre.


«Non è un problema di colpe, di condizioni che si possono trovare in una realtà piuttosto che in un'altra. Ogni storia è diversa, e la droga entra dappertutto, nelle famiglie benestanti come in quelle disagiate. La rete di protezione deve essere attiva, nessuno deve farsi trovare impreparato. E la prevenzione è fondamentale. In questa direzione come polizia lavoriamo da anni nelle scuole, anche con i nostri medici».


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)