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Lancet: ricerca sul tabagismo femminile

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Le donne che smettono di fumare possono vivere dieci anni di più

Lo afferma una ricerca sul tabagismo al femminile, su un campione di più di un milione di persone. I fumatori che hanno chiuso con il vizio a 30 anni evitano ben il 97% del rischio di morte prematura. Chi fuma fino a 40 è esposto a gravi pericoli, che raddoppiano se si prosegue con le 'bionde' oltre questa età


Smettere di fumare prima dei 40 anni regala alle donne fino a 10 anni di vita in più. Lo afferma Million Women, il più grande studio sul tabagismo al femminile, su un campione di più di un milione di donne. La ricerca è stata pubblicata dalla rivista Lancet per il centenario della nascita di Sir Richard Doll, il primo a identificare la connessione tra tumore al polmone e sigarette.


Per portare avanti l'analisi, coordinata dall'università di Oxford, sono state esaminate tra il 1996 e il 2005 1,3 milioni di donne tra i 50 e i 65 anni, che sono state seguite ogni tre anni per circa 12 anni, con circa 66mila decessi nel periodo considerato. Il risultato principale è stato che le fumatrici che avevano smesso intorno ai 30 anni hanno riportato un rischio ridotto del 97% rispetto alle donne che avevano continuato a fumare. Per quelle che hanno smesso invece intorno ai 40 il rischio è più alto, ma è comunque un decimo rispetto a quello delle fumatrici. La causa di morte di due terzi delle donne decedute nel periodo considerato, inoltre, era riconducibile al fumo, e anche le donne che si limitavano a una sola sigaretta al giorno avevano una probabilità di morte doppia rispetto alle non fumatrici: "Se le donne fumano come gli uomini, muoiono come gli uomini - sottolinea l'autore della ricerca, Richard Peto - ma per entrambi smettere prima della mezza età regala dieci anni di vita".


I dati. Le donne che erano ancora 'schiave' del pacchetto dopo 3 anni dalla prima intervista sono risultate quasi tre volte più a rischio di morire nei successivi 9 anni rispetto alle non fumatrici, anche se questo pericolo si riduce nel momento in cui si dice addio alle 'bionde'. Questo aumento di tre volte del rischio di decesso si traduce nel fatto che i due terzi di tutte le morti di fumatori che hanno 50, 60 e 70 anni sono causati dal tabacco, attraverso malattie correlate come il cancro del polmone, le patologie polmonari croniche, quelle cardiache o l'ictus. I rischi di morte tra chi fuma, inoltre, aumentano vertiginosamente con la quantità di sigarette accese. Eppure, anche per coloro che risultano fumatori 'leggeri' (1 sigaretta al giorno), i tassi di mortalità risultano doppi rispetto a quelli dei non tabagisti.


Il principale dato che emerge da questo studio, evidenziano gli autori, è che i rischi del fumo e, di conseguenza, i benefici per chi smette, sono maggiori di quanto suggerito da ricerche precedenti: fumatori che hanno chiuso con il vizio all'età di 30 anni circa evitano ben il 97% del rischio di morte prematura, e anche se chi fuma fino a 40 è esposto a gravi pericoli, questi raddoppiano se si prosegue con le 'bionde' oltre questa età.


Secondo Sir Richard Peto, coautore dello studio, "se le donne fumano come gli uomini, muoiono come loro. Ma, siano essi uomini o donne, i fumatori che smettono prima di aver raggiunto la mezza età guadagnano in media un 'extra' di 10 anni di vita. Sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti, le donne nate intorno al 1940 sono state la prima generazione in cui molte hanno fumato un numero considerevole di sigarette per tutta la vita. Quindi, solo nel XXI secolo abbiamo potuto osservare direttamente tutti gli effetti del fumo prolungato e della cessazione del vizio, sulla mortalità prematura".


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)