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Lazio, il 17% dei giovani fa abuso di alcol. Forte il peso della pubblicità

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Lazio, il 17% dei giovani fa abuso di alcol. Forte il peso della pubblicità
Il 17% dei giovani laziali fra i 18 e 30 anni afferma di fare abuso di alcol. Per il 4% degli intervistati, inoltre, l'alcol non fa mai male.

Anzi, secondo il 4,9% ha addirittura effetti positivi, contro un 47% che pensa il contrario. Dati su cui pesa l'immagine che la televisione

dà del consumo di alcolici, secondo quanto emerge dall'ultimo rapporto "Osservatorio alcol e pubblicità", realizzato dal Centro di

riferimento alcologico della Regione Lazio in collaborazione con l'Istituto superiore di sanità su un campione di 1.125 persone con più di 18

anni residenti nel Lazio (588 femmine e 537 maschi).
Secondo lo studio, è forte l'esposizione a spot pubblicitari che "fanno leva su sensazioni e valori accattivanti", scrive il rapporto,

contribuendo a rendere socialmente accettato il consumo di bevande alcoliche. La quota di mercato pubblicitario dell'alcol è il 3,2% dei

2.055 spot che ogni giorno passano in tv. Un martellamento mediatico che inizia da piccoli: tra i 4 e i 7 anni, infatti, tre bambini su

quattro hanno guardato almeno uno spot di prodotti alcolici sulle principali reti tv (Rai, Mediaset e La7). Se si considera la fascia d'età

dagli 8 ai 14 anni, il dato sale fino al 90%. I dati dell' "Osservatorio nazionale alcol e pubblicità" sottolineano che l'anno scorso, in 29

occasioni, le tre tv nazionali hanno mandato in onda pubblicità di alcolici nella fascia protetta, tra le 16 e le 19: di questi casi, 9 sono

stati registrati dalla Rai.
Il 31,5% di chi abusa di alcol ha tra i 51 e i 60 anni, mentre nel 17% dei casi si tratta di un giovane tra i 18 e i 30 anni. Solo un

intervistato su cinque, per di più donne, sostiene che l'alcol determina sempre problemi di salute, mentre per il 72% i problemi si

presentano solo "qualche volta". Secondo il rapporto, questa risposta è sintomo di una scarsa consapevolezza degli effetti che ha l'alcol in

particolari occasioni, per esempio durante un periodo di terapia farmaceutica o una gravidanza. Fa riflettere un dato che prende in esame la

città di Roma: il rapporto afferma che qui il 33% delle donne incinte ha fatto uso di alcol, mentre meno di due su dieci conoscono

esattamente i danni che l'alcol arreca al nascituro.
DiReS


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)