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Le adolescenti rischiano l'osteoporosi se hanno il vizio del fumo

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Le adolescenti rischiano l’osteoporosi se hanno il vizio del fumo

Le sigarette fumate da ragazze sono un cattivo investimento per la salute futura: non causano solo invecchiamento anticipato e disturbi respiratori, ma anche osteoporosi precoce. La difficoltà è farle abbandonare il vizio.

Le ragazze che fumano corrono un maggiore rischio di avere problemi di osteoporosi in età adulta e anziana, rispetto alle coetanee che non hanno il vizio della sigaretta. Lo hanno da poco dimostrato i ricercatori della Cincinnati Childrens Hospital medical center, in una ricerca pubblicata sul Journal of Adolescent health. Gli esperti hanno misurato la densità minerale ossea di 262 ragazze, divise per età in gruppi di 11, 13, 15 e 19 anni ed in base alla variabile se le ragazze fossero fumatrici oppure no. È risultato che, nelle ragazze fumatrici, la densità dell’osso è già inferiore in questa età verdissima, proprio a causa del fumo, soprattutto a livello delle anche e della colonna vertebrale, le zone che, più avanti negli anni, sono quelle che corrono un maggiore rischio di frattura. Le indagini sono state portate avanti per un periodo di tre anni, tenendo conto anche di altri problemi come la tendenza a soffrire di depressione e di ansia. È risultato che le ragazze che fumano di più sono appunto quelle con minore densità ossea e i ricercatori hanno anche valutato l'impatto della depressione, dell'ansia e dell'uso di alcol sulla matrice ossea delle ragazze.
Osteoporosi, le donne sono più a rischio
L'osteoporosi è una malattia con un forte riscontro clinico ed economico. Secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, interessa oltre 75 milioni di persone solo in Europa, Stati Uniti e Giappone. Ogni anno, in questi paesi si verificano circa 2,5 milioni di fratture ossee a causa di questo problema. Si tratta di una malattia cronica caratterizzata da una eccessiva fragilità delle ossa, che sono quindi maggiormente esposte alla possibilità di fratture. Le zone del corpo più a rischio sono la colonna vertebrale, l’anca, il bacino, il polso e la spalla. Dopo i 50 anni di età, una donna su tre e un uomo su cinque sono destinati ad essere colpiti da almeno una frattura dovuta a osteoporosi. Un problema che non si risolve sempre con una ingessatura e una degenza in ospedale, seguite magari da un periodo di fisioterapia, ma che nei pazienti più anziani rappresenta il rischio di una forma di invalidità, quando non addirittura di mortalità per le complicanze che possono subentrare. Si calcola che dopo la menopausa circa 1 donna su 4 andrà incontro ad una frattura vertebrale nel corso della sua vita. Diverse indagini epidemiologiche hanno dimostrato che questo tipo di frattura si accompagna ad un significativo aumento del dolore alla schiena, a una disabilità nelle attività della vita di tutti i giorni e ad una significativa riduzione della qualità di vita.
Una sfida per la sanità pubblica
Da tutto questo si comprende come l’osteoporosi sia una delle sfide primarie per la salute pubblica dell'immediato futuro. Una base fondamentale per questa strategia, secondo gli esperti, è la possibilità di riuscire a definire in modo chiaro la malattia dai sintomi, prima che compaiano le fratture. E' essenziale, insomma, che si effettui una diagnosi precoce. Grazie allo sviluppo della densitometria a raggi X Dual X-Ray Photon Absorptiometry, comunemente definita MOC - Mineralometria Ossea computerizzata, è oggi possibile quantificare in modo accurato e preciso la massa ossea e predire il rischio di frattura. Grandi passi in avanti sono poi stati compiuti nell'ambito della prevenzione. Negli ultimi anni sono stati messi a punto strumenti diagnostici assai accurati per la misurazione della densità minerale delle ossa e la conoscenza dei diversi fattori di rischio è notevolmente migliorata. A quanto pare, però, non basta iniziare a pensare all’osteoporosi quando una donna si avvicina alla menopausa: evidentemente le basi per questo problema si gettano molto prima, addirittura nell’adolescenza, quando condizioni come il fumo favoriscono la predisposizione al problema. Convincere le figlie a smettere di fumare non è un problema da poco per i genitori, visto che per le adolescenti una negazione da parte di mamma e papà che equivale a mille inviti. È bene quindi vegliare su questa abitudine, eventualmente facendosi consigliare da esperti dell’adolescenza su quale sia la strategia migliore da intraprendere.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)