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Le bevande alcoliche in Italia nel ventennio 1991-2011: consumi e mutamenti sociali

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Bevande alcoliche in Italia 1991-2011 - Consumi e mutamenti sociali
Carla Collicelli - Vice direttore Fondazione Censis
In venti anni il consumo degli alcolici è calato, gli italiani si confermano bevitori moderati, ma si conferma anche l'allarme per alcuni

eccessi giovanili. E' quanto emerge dai dati elaborati dal Censis in serie storica sulle sei indagini Osservatorio Permanente Giovani e

Alcool/Doxa realizzate dal 1991 al 2011.
Il dato più rilevante è che, rispetto a vent'anni fa, si mantiene stabile (intorno al 75%) la platea dei giovani consumatori. In Italia,

contrariamente a quanto avviene nei paesi dell'Europa Scandinava e anglosassone, il bere è da sempre integrato con l'alimentazione e altri

aspetti della vita sociale e relazionale. E oggi, se nella popolazione italiana adulta i meccanismi di autoregolazione continuano a

persistere e continua a registrarsi un calo dei consumi mentre c'e' un consolidamento del consumo moderato, nella popolazione giovanile tali

meccanismi di auto-controllo sembrano essersi indeboliti e si registra un significativo incremento dei fenomeni eccedentari (binge drinking)

riconducibili allo stile parzialmente non alimentare del consumo di alcolici dei giovani, oltre alla pressione omologante della

globalizzazione nei modelli di comportamento. Tra le nuove generazioni, il controllo informale della famiglia e il meccanismo di

autoregolazione dei consumi solo in parte possono essere considerati efficaci per la prevenzione di abuso di e come canali di garanzia di

svago consapevole. Nella prima delle due elaborazioni proposte, sono stati presi in considerazione i consumi di bevande alcoliche (birra,

vino, aperitivi e superalcolici), tra giovani appartenenti alla classe di età compresa tra 15 e 24 anni) nel tempo (tra il 1991 ed il 2011).

Tre quarti degli intervistati si dichiara consumatore di almeno una bevanda alcolica (59% birra, seguita dal vino, con una percentuale che

oscilla tra il 40 ed il 50 %, dagli aperitivi, con il 30-40% ed infine, dai superalcolici tra il 20 ed il 30%). D'altra parte, in venti anni,

il consumo di birra è quasi stabile mentre si registra un calo di consumo di vino: aumenta la platea dei consumatori moderati e calano i

"consumatori eccessivi". Il consumo di aperitivi e di superalcolici segna, invece, rispettivamente, un incremento del 10% e del 20%, aumento

legato alla moda del "fuori pasto". Il consumo di aperitivi (10%) e superalcolici (20%), nel ventennio considerato, segna una crescita. Più

"responsabile" la serie storica del consumo del vino: aumenta la platea dei consumatori moderati e calano i "consumatori eccessivi". E anche

la birra segue un trend analogo. Per quanto riguarda gli aperitivi, aumenta sia la platea dei consumatori sia quella dei consumatori

eccedentari. La moda del "fuori pasto" porta i giovani a consumare conmaggiore frequenza gli aperitivi, soprattutto nei fine settimana, e

sempre in compagnia. Per i superalcolici, la quota di bevitori regolari è contenuta ed al di sotto della media europea, ma dal 2000 al 2010

si registra un aumento della quota relativa a fenomeni di consumo eccedentari, che coinvolgono entrambi i sessi.
Dalla seconda analisi (in cui si compara il campione del 1991 dei consumatori della classe di età compresa fra i 15-24 anni; il campione del

2000 dei giovani-adulti in età compresa tra i 25-34 anni; i giovani-adulti che nel 2010 rientrano nella fascia di età compresa tra i 35-44

anni), si evince un aumento dei consumi alcolici solamente nella fascia di età compresa tra i 25-34 anni. L'approfondimento relativo ai

luoghi di consumo e ai contesti, mostra come chi venti anni fa aveva un'età compresa tra i 15-24 anni è caratterizzato da scarsi consumi

eccessivi. Raramente si consuma vino tra amici, mentre la maggior parte beve vino in famiglia durante i pasti, ma quasi mai per strada, al

bar, alle feste e fuori pasto. Col passare degli anni, cresce il consumo di tutte e quattro le bevande alcoliche e gli stili di consumo

tendono ad essere in più occasioni caratterizzati da forme di abuso. E' il caso delle persone nella fascia di età giovane-adulta (25-34). Con

l'età adulta, e cioè per gli individui del campione appartenenti alla "coorte" di età compresa tra i 35-44 (coloro che venti anni fa avevano

tra i 15-24 anni), si registra un ritorno agli stili di consumo moderato precedenti, accompagnati da comportamenti di svago e tempo libero

più consapevoli. All'aumento dell'età anagrafica corrisponde una diminuzione dei consumi di alcol, e soprattutto di quelli eccessivi; si beve

quotidianamente, ma in maniera più moderata. Calano i consumi regolari ed eccessivi di superalcolici ed aperitivi, che vengono bevuti solo in

particolari occasioni (feste, vacanze ed in casa lontano dai pasti), aumenta il consumo di vino tra amici e di tutte le bevande alcoliche con

il partner. In linea di principio è possibile dunque sostenere che, con l'aumentare dell'età, nei soggetti tornano a funzionare quei

meccanismi di autoregolazione, accanto alla ripresa di stili di consumo maggiormente legati al valore della qualità, contrapposti alla

quantità.
Negli ultimi decenni - commenta Carla Collicelli - si e' assistito ad un'espansione e ad una inedita differenziazione dei consumi, dal punto

di vista qualitativo e quantitativo; anche il tema della trasgressione ha acquisito una valenza diversa e nuova rispetto al passato.
Nel frattempo c'è stata una forte crescita di attenzione rispetto agli stili di vita salutari parzialmente contraddetta dalla contemporanea

diffusione di comportamenti a rischio nel bere e nel mangiare da cui derivano alcune delle patologie croniche dei nostri tempi. L'analisi del

Censis mostra come si stia vivendo il passaggio ad un consumo maturo, che cerca di superare la "sazietà onnivora" affermatasi di recente, ma con la destrutturazione dei pasti tradizionali e la diffusione di un consumo di bevande edonistico e fuori pasto. Accanto a ciò avanza un modello nuovo di consumo giovanile di alcolici, che comprende la moda del fuori pasto e l'aumento degli aperitivi con diversità territoriali tra le Regioni.
tratto da "Osservatorio News" n. 7, febbraio 2012


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)