Le birre si comprano al supermercato e si bevono al parco
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Mio figlio beve" Ai genitori casca il mondo addosso. Simone, infatti, ha dodici anni e in bocca ancora il sapore del latte e delle macine del Mulino Bianco. Una sbronzetta di birra e una corsa al Pronto Soccorso. I genitori non si erano accorti di nulla. Marco con gli amici si è scolato il Martini. La bottiglia di verduzzo è scomparsa dalla cantinetta. Ne hanno approfittato i ragazzini per la festa del compleanno. Ovviamente senza permesso. Per loro c'era la coca e le Schweppes. Circostanze frequenti, per fortuna non comunissime. Gli adolescenti sballano. Vanno al supermercato, acquistano le lattine di birra per berle ai giardinetti. Una, due, tre fin che basta a stordirsi. Per raggiungere più velocemente l'intontimento, scolano le allegre bottigliette di bacardi breezer. E i genitori? Quando se ne accorgono, è per caso. Si sa, il controllo non è più rigido come nel passato. La pizza serale non la si nega, come il gelato notturno. I ragazzi stanno soli a casa. Ore e ore. Tv e internet. I nonni non ci sono, zii e parenti nemmeno. Soli. I media parlano sempre più spesso di patenti ritirate. Le sagre, anche quelle parrocchiali, propongono feste con abbondanti bevute. Certo, si capisce quello che si vuol capire. I ragazzetti viaggiano per imitazione, la sagra dà un'autorizzazione sociale. E la famiglia? C'è e non c'è. E' poco presente, in quantità e qualità. Gli incontri durante i pranzi sono fugaci, interrotti da mille messaggini. Fisicamente si è a tavola, ma con la mente si è in relazione con l'esterno. La posta non è più sulla credenza, ma nascosta nel Pc. Privatissima. Parlare diventa difficile, un salto ad ostacoli fra radio, tv e cellulari. E mamma, già stanca di suo, dopo i primi approcci senza risultati, si arrende. Papà spesso chiede, ma non ascolta la risposta, assorbito nei problemi di lavoro.
Mologhi. Educare è difficile, ci vogliono impegno e costanza. Bisogna andare controcorrente. La società non aiuta. Non l'autorità, ma l'autorevolezza è messa in dubbio, a casa come a scuola. E i ragazzi hanno bisogno di una guida. Famiglie, oggi, sempre più unione di persone che di affetti e progetti. La buona alleanza educativa con la Scuola dov'è? Vige la critica, l'irrisione. E i ragazzi pagano. La prevenzione (educazione sessuale e uso sostanze), in auge qualche tempo fa, è dimenticata, ma è invece assai necessaria. Si parla poco ai ragazzi. La sussidarietà è in declino. Il privato, sempre più privato, domina nella società e nella famiglia. Tutto nero? Certo che no. Spesso nel trantran quotidiano molto di buono c'è. Lo fanno i genitori che hanno coscienza del proprio ruolo, lo fanno le Istituzioni, lo fanno le Associazioni. "Abbiamo tenuto centinaia di corsi di educazione preventiva nelle scuole di ogni ordine e grado. - spiega la psicologa del Consultorio Famigliare Noncello, J.Morès - Abbiamo puntato sulla gestione del mondo emotivo, sulla capacità di conoscere, esprimere e controllare le proprie emozioni". Una via da seguire.
Sandra Carniel