Le carceri italiane: dove l'uomo diventa cosa
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Dovete sapere che il Nicaragua aveva avuto un periodo bellissimo, dove le utopie si erano realizzate, dove veramente si stava realizzando qualcosa di unico nella storia, ed era una genuina alternativa ai blocchi contrapposti della guerra fredda, una rivoluzione che era riuscita a evitare l'involuzione volontaria.
Fu il periodo Sandinista, periodo ostacolato sia a destra che a sinistra. Tanto è vero che fu uno dei casi rari che il partito comunista, per ostacolare il sandinismo, si alleò addirittura con il centrodestra.
Ho voluto fare una piccola introduzione sul Nicaragua, e precisamente su quel periodo, perchè era stato l'unico Paese a mettere in discussione "la necessità del carcere", trasformando le prigioni in fattorie aperte, gestite come cooperative dove i semi-detenuti si dividevano il ricavato dei lavori.
Del resto la prima cosa che fece quel grandissimo governo, fu l'abolizione della pena di morte, ma anche dell'ergastolo, introducendo misure che comunque avrebbero ridotto enormemente l'uso di celle e sbarre. E invece qui in Italia le carceri esistono eccome, e non solo non vengono messe in discussione (per carità, non sia mai!), ma addirittura nessuno vorrebbe renderle più umane.
Noi, che viviamo nella patria di Beccaria, siamo diventati delle bestie senza etica, ci siamo dimenticati che lo scopo delle carceri è soprattutto rieducativo, e servirebbe per reinserire le persone che hanno sbagliato nella società.
Ma non solo riesce a reinserirli, ma li ammazza direttamente, al massimo escono con qualche malattia come l'aids o la tubercolosi. Oppure escono drogati, perchè tanti ragazzi la prima cosiddetta "pera" l' hanno fatta in carcere.
L'avete mai visto le carceri almeno da fuori? Sono spaventose, fanno paura, e se entri sembra che ti inghiottano con ferocia. C'è un vero e proprio studio, si chiama architettura giudiziaria, e ha come filosofia incutere paura e timore perenne ai detenuti. Rendere la loro vita più scomoda e terrificante possibile. Secondo i dati di qualche anno fa nelle 207 carceri italiane erano presenti 59649 detenuti, a fronte di una capienza di 42959. Quasi 17 mila detenuti in più rispetto ai posti letto disponibili. Di questi il 28% sono tossicodipendenti , il 2,4% alcoldipendenti, il 2.6% sieropositivi.
L'89% non hanno una doccia nella propria cella, il 69% non ha l'acqua calda, il 12% dei detenuti vive in un carcere dove nelle celle il bagno non si trova in un vano separato ed è invece collocato vicino al letto. Ci sono carceri che hanno una struttura risalente nell'800, una è quella di Palermo ove ci sono 693 persone, ma la struttura è adibita per 383.
Ma non è finita, c'è un dato allarmante che dovrebbe far riflettere il mondo politico, oltre la società civile. E invece sento un Di Pietro (ultimamente stimato da molti di voi) che dice che vorrebbe costruire altre carceri per evitare l'indulto.
Il dato lo potete visionare su distretti.it e scoprirete che dal 2000 fino a quest'anno ci sono state ben 1313 morti, di cui una quarantina sono suicidi, e le altre sono morti da accertarne la causa. Alcuni sono stati degli omicidi.
Purtroppo i numeri potrebbero essere molti di più visto che molte morti passano ancora "sotto silenzio", nell'indifferenza generale dei media e della società. Pochi hanno delle madri come Niki che riescono a lottare e trovare tutti i modi per farsi sentire, molti altri sono figli di nessuno. E passano inosservati.
Una delle peggiori carceri italiane, dove non di rado i detenuti presi dall'esasperazione scatenano delle rivolte? Sapete che ha la capienza per circa 300 detenuti, e solo oggi ci sono oltre 1000? E sapete che non è la prima volta che ci scappa il morto?
Il carcere è diventato un territorio talmente sconosciuto che perfino i servizi segreti sono disorientati, oggi non hanno più "controllo". L'unico controllo da parte della polizia penitenziaria è il continuo pestaggio nei confronti dei tanti detenuti.
Rivolte permanenti che chiedono semplicemente umanità.