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Le notti alcoliche in un rap

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Le notti alcoliche in un rap
Birre in piazza, «shottini» nei locali, pipì in strada: il grido stridente del duo di giovani rapper fiorentini «La Primiera»
Una Firenze by night desolata e degradata, figlia della penuria di eventi, della ripetizione anemica di appuntamenti tutti uguali che

soccombono all'alcol. Questo è il ritratto (fedele?) dipinto da chi quelle notti a base di alcol e strada le vive quasi tutte le sere. E' il

grido stridente del duo di giovani rapper fiorentini La Primiera, che hanno appena lanciato sul mercato il singolo intitolato "Estate a

Firenze" (parte integrante del disco uscito all'inizio del 2011 e intitolato Sangue e inchiostro), nient'altro che il racconto in rima di una

notte passata in giro per il centro tra un locale, una piazza e l'angolo di una strada.
Nessuna considerazione per gli eventi organizzati nei mesi più caldi, per un'estate che voleva portare la comunità fiorentina nelle piazze e

invitava a vivere anche i quartieri, il leit motiv della "città morta" torna a farsi sentire, e stavolta arriva direttamente dalla strada.

«Una denuncia? Sì certo - spiega Ari, uno dei componenti del duo -. Perché a Firenze non c'è mai troppo da fare e allora ci si riduce a

passare le serate a bere». Nel video, caricato sul sito Youtube, c'è la mappa senza censura dello "struscio" tra i locali, che cita uno ad

uno gli hot spot del centro, partendo da un drink alle 21.30 all'Australiano, passando per piazza Santa Croce, le gradinate di Santo Spirito,

il Pop Cafè, il Rex, il Red Garter, il Soul Kitchen, piazza Sant'Ambrogio, per terminare alle quattro del mattino a consumare l'ultima birra

per la strada, comprata da un rivenditore abusivo che gira in bicicletta con lo zaino pieno di bottiglie e scambia battute con tutti, quando

ormai la vendita di alcolici dovrebbe essere terminata da un pezzo.
«E se passeggi in centro, alle due ci sta il deserto», rappano i due fiorentini nella canzone, cappellino ben calzato sulla testa e movenze

prese in prestito dalla cultura street dei sobborghi statunitensi. «La mia city è questa. Cosa danno in omaggio? Uno shottino a testa»,

recita il ritornello come una sorta di mantra. «E' la triste verità delle serate passate in città - continua Ari -. Cosa c'è la sera, dopo

una certa ora, oltre alle bevute prendi tre paghi due in alcuni locali del centro? Niente di niente, è davvero un deserto». E così l'alcol

diventa una sorta di passatempo. «La birra dal cinese, la vodka dal russo», una dettagliata carovana di posti dove anche fuori dagli orari

consentiti si trova da bere, luoghi dove si riversa chi vive nella "giungla di cemento" cantata dai Primeira. «Dispersi nella pista siamo in

ballo e balliamo», i due si muovono a ritmo vorticoso anche nel video, che descrive i luoghi camminando a passo svelto per la città,

raccontando anche della droga che circola nelle notti "da sballo" e di portoni e cassonetti imbevuti di urina. Tra birre che "non costano

miliardi", un degrado sempre più diffuso e la ricerca perenne di un'alternativa alle sbronze.
Ludovica Zarrilli


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)