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Le nuove sostenze psicoattive (NSP): una sintesi della Polizia Scientifica

Le nuove sostenze psicoattive (NSP): una sintesi della Polizia Scientifica

LE NUOVE SOSTANZE PSICOATTIVE (NSP)


Si immagina spesso il tecnico della polizia scientifica intento ad analizzare una polvere beige che sembra eroina, uno spinello contenente tabacco e marijuana, unapolverina bianca identificata come cocaina. La realtà è ben differente. In effetti, la diffusione di sempre più nuove sostanze, sia naturali che di sintesi, che vengono continuamente introdotte nel mercato clandestino, comporta una sfida costante per i “poliziotti in camice bianco”: devono frequentemente confrontarsi con principi attivi poco conosciuti e spesso non facilmente identificabili, nonché con la comparsa di numerose molecole, le NSP, le Nuove sostanze psicoattive, dalle proprietà farmacologiche e tossicologiche molto pericolose per i loro effetti sulla salute. Questo problema interessa tutto il mondo, Italia compresa. Le Nazioni Unite, attraverso l’Organismo internazionale per il controllo degli stupefacenti (INCB) e l’Ufficio per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (UNODC), e l’Unione europea, attraverso l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (EMCCDA) stanno monitorando la situazione con molta attenzione, in quanto il loro uso viene considerato una pericolosa minaccia per la salute pubblica. Il fenomnomeno è in continua evoluzione soprattutto a causa dell’introduzione nel mercato illecito di nuove molecole non ancora inserite nelle tabelle di Legge e pertanto non soggette a sanzione penale. Inoltre, tali sostanze sono reperibili, praticamente in via esclusiva, attraverso siti web facilmente accessibili e possono arrivare a destinazione in sole 48 ore tramite corriere postale. Tra le NSP più conosciute e utilizzate abbiamo cannabinoidi sintetici, catinoni sintetici, fenetilammine, amfetamine e molecole di varia natura. Vediamole descritte di seguito in dettaglio.


Cannabinoidi sintetici
(JWH-018, JWH-073,JWH-250 ecc)
I cannabinoidi sintetici appartengono a una famiglia di molecole funzionalmente simili al delta-9 tetraidrocannabinolo (THC), il principio attivo della pianta di cannabis. Recentemente i cannabinoidi sintetitici sono stati identificati in diverse miscele di erbe da fumare o in incensi e profumatori ambientali. Un tipico esempio è rappresentato dalle spice (Bonzai, MMM, Blaze), sebbene successivamente a queste siano comparsi sul mercato molti altri prodotti dalle caratteristiche simili. Le molecole dei cannabinoidi sintetici possono trovarsi allo stato solido oleoso. Le miscele di erbe essiccate, che vengono commercializzate e che costituiscono il supporto inerte, sono solitamente confezionate in bustine di alluminio e addizionate a uno o più cannabinoidi sintetici, aggiunti a queste ultime attraverso un processo di mescolamento e conseguente assorbimento per vaporizzazione. Spesso sulla confezione viene dichiarato un contenuto diverso da quello realmente presente. In alcuni Stati membri dell’Unione Europea tali principi attivi sono stati già inseriti nelle liste delle sostanze sottoposte a controllo. In data 7 aprile 2010 in Italia il ministro della Salute ha emanato, d’intesa con il Dipartimento politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri, una ordinanza che prevede il divieto di fabbricazione, importazione e immissione sul mercato e il divieto di commercio (compresa la vendita on line) dei prodotti denominati spice e delle loro relative presentazioni commerciali, vendute come miscele aromatizzanti. (1)


Catinoni sintetici (Mefedrone, 4-MEC, MDPV ecc)
I catinoni sintetici sono molecole sintetizzate in laboratorio, analoghi strutturali del catinone, una molecola naturale presente nella pianta del Khat (Catha edulis) avente azione psico-stimolante. Possono definirsi “parenti stretti” della famiglia delle amfetamine, alla quale appartiene anche l’ecstasy. I catinoni vengono commercializzati in compresse di vari colori e forme, in capsule, in polvere o cristalli, come sali da bagno o fertilizzanti per piante. In tali prodotti, spesso i catinoni presenti sono più di uno e/o vengono associati ad altre sostanze psicoattive. Tra i più frequenti abbiamo il mefedrone, il il 4-metiletcatinone (4-MEC) e il 3,4-metilendiossipirovalerone (MDPV). Il catinone sintetico più noto è proprio il mefedrone. Si presenta sotto forma di polvere o di compresse e viene generalmente ingerito o sniffato. Viene venduto su Internet come fertilizzante per le piante, etichettato come “non per uso umano” e promosso come droga ricreazionale. Gli effetti clinici più comunemente riportati sono: ansia, ridotta capacità di concentrazione e della memoria a breve termine, irritazione della mucosa nasale, cefalea, tachicardia, ipertensione, iperidrosi, midriasi (dilatazione della pupilla), trisma (contrattura involontaria della mandibola), bruxismo (digrignamento involontario dei denti), allucinazioni, grave agitazione psicomotoria e aggressività, convulsioni. Per molti dei catinoni sintetici, identificati anche sul territorio italiano, non sono disponibili dati completi relativi alle caratteristiche farmacologiche e tossicologiche, al preciso meccanismo d’azione e ai possibili effetti tossici. Tuttavia, la clinica di presentazione non è distinguibile dagli effetti acuti da MDMA o da cocaina. (1)


Fenetilamine
Le fenetilamine rappresentano una classe di molecole ad azione psicoattiva e stimolante piuttosto ampia che include anche l’amfetamina, la metamfetamina e la 3,4-metilendiossimetamfetamina (MDMA, anche nota come ecstasy). La serie NBOMe, con diversi esempi recentemente apparsi sul mercato delle droghe, sono fenetilamine che presentano l’atomo di azoto sostituito con un gruppo 2-metossibenzilico. Tali variazioni strutturali conferiscono alle fenetilamine effetti che variano dall’azione stimolante a effetti di tipo allucinogeno. Le fenetilamine vengono commercializzate in compresse di vari colori e forme, in capsule, in polvere o in cristalli. Da segnalare che sono stati registrati in Italia numerosi sequestri di fenetilammine della serie NBOMe sotto forma di francobolli, i cosiddetti blotters, formulazione tipica degli allucinogeni a elevata potenza.


Attività della sezione indagini sulle droghe
La Sezione indagini sulle droghe del Servizio polizia scientifica
svolge attività di supporto alla polizia giudiziaria e ai Gabinetti regionali e interregionali della polizia scientifica, eseguendo analisi finalizzate alla qualificazione e quantificazione dei principi attivi delle sostanze stupefacenti. Le analisi chimiche vengono effettuate attraverso tecniche cromatografiche, liquido/gas e utilizzando rivelatori specifici di vario tipo per le sostanze organiche. La Sezione è suddivisa in tre aree: droghe sintetiche, droghe naturali e area metodologie analitiche. Le analisi chimiche vengono effettuate su richiesta dell’autorità giudiziaria per le esigenze connesse ai procedimenti penali. In ambito internazionale la Sezione partecipa con cadenza annuale alle attivit&ività del sottogruppo di lavoro droghe dell’Organismo europeo per gli istituti di scienze forensi (ENFSI). La Sezione indagini sulle droghe nel 2009 ha ottenuto, come peraltro tutto il Servizio polizia scientifica, la certificazione ISO 9001 e successivamente nel 2011 l’accreditamento UNI CEI EN ISO-IEC 17025 per i metodi di prova che prevedono l’analisi qualitativa e quantitativa della cocaina. Per il mantenimento nel tempo dell’accreditamento, la Sezione ha preso e prende tuttora parte a numerosi esercizi collaborativi nazionali e internazionali ed è sottoposta annualmente a visite ispettive “Audit” da parte dell’ente certificatore Accredia.


In ambito nazionale, è attiva la collaborazione con il Sistema nazionale di allerta precoce (National early warning system) del Dipartimento per le politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri. Il Sistema ha il punto focale italiano Rietox, Re´seau europe´en d’information sur les drogues et les toxicomanies, quale centro di interfaccia con le istituzioni europee. Sempre a livello nazionale, la direzione del Sistema di allerta si avvale della collaborazione di 3 centri: l’Istituto superiore della sanità, il Centro antiveleni di Pavia, quello di dipendenze dell’azienda ULSS 20 di Verona e di poli collaborativi quali la Direzione centrale per i servizi antidroga, la polizia scientifica, i Reparti investigazioni scientifiche dei Carabinieri, l’Agenzia delle dogane, i laboratori universitari, ecc.Tutte le informazioni raccolte dal Sistema nazionale vengono convogliate presso il punto focale nazionale e viceversa. I dati riportati rappresentano i sequestri della sola Polizia di Stato sul territorio nazionale analizzati presso il Servizio polizia scientifica e presso i Gabinetti regionali e interregionali. Il fenomeno è in generale crescita ma almeno per quanto riguarda l’Italia (e probabilmente anche per gli altri Paesi dell’area del Mediterraneo) resta quantitativamente del tutto marginale rispetto alle droghe classiche. I Paesi più interessati dal fenomeno sono l’Olanda, il Belgio e il Nord ed Est Europa.
Le altre regioni del Sud Italia, quali, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna, non hanno segnalato nessun caso relativo ad analisi di nuove sostanze psicoattive. In tali contesti si evidenziano massicci sequestri di derivati della cannabis contenenti elevate concentrazioni di principio attivo THC. (3)


È importante ricordare che le NPS sono reperibili con estrema facilità soprattutto attraverso la rete internet e non più negli smart shop, caduti in disuso a seguito anche dell’inserimento nelle tabelle di legge di numerose sostanze. Inoltre, ma più raramente, le NSP possono essere acquistate da persone che illegalmente le producono “in proprio” e in modo completamente artigianale. Una carna caratteristica di tutte queste nuove sostanze è che sono nuove non solo per chi deve analizzarle ma anche per il mondo del mercato clandestino e gli effetti sono spesso sconosciuti anche per chi le usa.


Schede delle nuove sostanze psicoattive: http://www.poliziamoderna.it/download/schededroghe.pdf

 

a cura del Servizio polizia scientifica


http://www.poliziamoderna.it/articolo.php?cod_art=3669


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)