Le nuove vittime di fumo e alcol
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La situazione migliora, ma diversi Paesi sono ancora indietro
Ticinonews 4 dicembre 2009
Negli ultimi 10 anni la mortalità per tumore in Europa ha avuto un calo del 10%. Il merito, oltre ad un migliore stile di vita, risiede nel miglioramento dei programmi di screening preventivo ed avanzamenti terapeutici. A destare ancora preoccupazione sono però i Paesi dell'Est e la Russia, regioni in cui vi sono ancora dei ritardi inerenti la sanità. A sostenere ciò sono le analisi dell'OMS, le quali mostrano un declino della mortalità tra gli anni 1990 - 1994 e 2000 - 2004. In questo periodo si è infatti potuta constatare una diminuzione del 9% per gli uomini e dell'8% nelle donne.
Le statistiche: nel periodo 1990 - 1994 i decessi sono passati da 185,2 ogni 100mila abitanti/anno a 168 (periodo 2000 - 2004) negli uomini; e da 104,8 a 96,9 nelle donne. Il parere dei ricercatori, guidati da Carlo La Vecchia, Capo del Dipartimento di Epidemiologia dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano; e da Fabio Levi, dell'Istituto di Medicina Sociale e Preventiva e dell'Università di Losanna, è che la riduzione della mortalità globale per tumore la si deve soprattutto al fatto che sempre meno persone si dedicano al tabagismo.
Ma esistono ancora delle differenze tra paesi europei e persino tra i sessi. Vi sono ad esempio vari Stati in cui si può constatare una crescita inerente il consumo di alcol o di tabacco. Aumenti che sempre più vedono protagoniste soprattutto le donne. Ed è in questi Paesi che sale il numero di morti dovute a neoplasie polmonari, del cavo orale, della faringe o dell'esofago.
Mentre nei Paesi maggiormente sviluppati la mortalità è scesa, come visto in precedenza, grazie ai programmi di screening per la diagnosi precoce e per i grandi passi avanti che si sono fatti nello stesso trattamento del cancro.Cristina Bosetti, del Dipartimento di Epidemiologia Mario Negri, commenta quanto sopra dicendo che screening e diagnosi precoci hanno contribuito molto alla riduzione della mortalità, soprattutto per quanto riguarda il cancro della cervice uterina e della mammella. Ma è anche vero che per il cancro alla mammella molto lo si deve ai miglioramenti delle stesse cure. Mentre i passi fatti avanti nelle terapie hanno indubbiamente contribuito molto per quanto riguarda il calo di decessi dovuti a tumori del testicolo, linfomi di Hodgkin e leucemie.
Ma le disparità restano. Anche all'interno della stessa Europa. Gli studiosi fanno infatti notare che nei primi anni del 2000 vi era una differenza di circa due volte nella mortalità per tumore e nella sua stessa incidenza tra i vari Paesi che compongono il vecchio continente.
Questa diversità, secondo i ricercatori, rispecchierebbe la diversa diffusione del fumo da sigaretta.
Ma vediamo i dati: i più alti tassi di mortalità riscontrati negli uomini nel periodo di tempo tra il 2000 ed il 2004 si registrano in Ungheria, con 255,2 decessi ogni 100mila abitanti; in Repubblica Ceca, con 215,9 decessi; ed in Polonia, con 209,8 decessi. Mentre i tassi più bassi, sempre maschili, sono stati registrati in Svezia, con 125,8 decessi ogni 100mila abitanti; in Finlandia, con 130,9 decessi; ed in Svizzera, 136,9 decessi.
I dati di maggiore mortalità per le donne vedono invece protagonisti: Danimarca, con 141 decessi; in Ungheria, con 131,5 decessi; ed in Scozia, con 123,1. Mentre i tassi più bassi sono stati registrati in: Spagna, 78,9 decessi; Grecia, 79,7 decessi; e Portogallo, 80,9.
Agli esperti risulta chiaro che la diminuzione di mortalità in determinati Paesi è dovuta soprattutto alle campagne anti fumo ed anti alcol, oltre che grazie a screening, diagnosi precoci e stesse cure.