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Le proprietà e i rischi del vino secondo Ippocrate

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IL PANE INZUPPATO NEL VINO CONTRO IL MAL DI TESTA...

 

Il vino fa buon sangue, dice un vecchio proverbio. E gli antichi, che a loro volta chiamavano il vino « sangue della vite», non ignoravano gli effetti benefici di una moderata bevuta. Ippocrate di Cos, il padre della medicina, raccomanda più volte il vino nella terapia di diverse patologie.


Vino ghiacciato per curare un'occlusione intestinale, pane inzuppato nel vino per il mal di testa, latte e vino mescolati in caso di frattura ossea, vino bianco come antidoto alla sordità infantile. Queste sono alcune delle prescrizioni contenute nel trattato ippocratico intitolato Epidemie, quasi certamente un'opera autentica del Maestro di Cos. Sono prescrizioni che forse la medicina moderna non condividerebbe, ma che nascono probabilmente da un'antica tradizione: già in un papiro egizio del 1500 a.C. (il papiro Ebers) si discuteva degli effetti terapeutici della birra (gli egizi non bevevano vino, ma erano grandi bevitori di birra).


Resta il fatto che gli antichi conoscevano benissimo anche gli effetti negativi degli alcolici. Per questo bevevano il vino sempre diluito con acqua, se non in occasioni eccezionali. Si conoscevano alcolisti celebri, come Cleomene, re di Sparta, che bevve tanto da diventare pazzo. In una commedia di Eubulo, autore del IV secolo a.C., lo stesso dio del vino, Bacco, raccomandava di non andare mai oltre il terzo bicchiere: il primo per la salute, il secondo per l'amore, il terzo per il sonno. Poi i saggi vanno a letto, diceva Dioniso, e solo gli stolti proseguono, tra grida e clamori, fino alla follia.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)