Le riflessioni di una sedicenne sulle vacanze della "generazione divertimento"
Le riflessioni di una sedicenne sulle vacanze della "generazione divertimento"
Mangiare? Non c'è tempo. In spiaggia? Neppure. Solo disco pub, alcol a poco prezzo e gente che vomita. E neppure un nuovo
amico
MILANO - A Ios, si va per star fuori fino a tardissimo e per conoscere nuova gente. Io sono tornata a casa con gli amici con
cui ero partita e l'indirizzo facebook di un australiano che faceva il butta dentro al My Way, uno dei bar dell'isola. E
basta. Fuori fino a tardissimo, però, è stata la regola. La spiaggia l'ho vista il primo e l'ultimo giorno. Dieci giorni a
ballare o ad aspettare che si iniziasse a ballare. Alla fine odiavo quell'isola. Ho 16 anni e con tre amici avevamo scelto la
vacanza a Ios perché tutti dicono che è il paradiso dei ragazzi. Casette bianche e azzurre, zone desertiche e aride, e un
centro città pieno zeppo di localini. Il bello di Ios, dicono, sta proprio nei locali che attirano ragazzi da tutto il mondo.
Molti dai paesi anglosassoni, dal Nord Europa, dall'Australia e dalla Nuova Zelanda. E tantissimi italiani. Ios è frequentata
da 16-20enni. I grandi non ci sono, quelli vanno a Mikonos. Le discoteche, due in realtà, lo Scorpion e l'Irish, aprono alle
3 del mattino e stanno aperte fino alle 8. Alle 8 si va a dormire. A Ios, non si dorme. Si balla. Si dorme fino alle 4 del
pomeriggio. E non c'è tempo di fare niente perché bisogna ballare. Divertirsi. Qualche volta non ne potevo più. Mio cugino
era il leader. Impossibile non seguirlo. Lui organizzava, decideva gli spostamenti. E noi lo seguivamo. Non è che non mi
divertissi.
RITMO - Il ritmo che tutti inseguono all'isola di Ios è un inferno. Le giornate funzionavano, più o meno così: sveglia alle 4
del pomeriggio. Un panino alle 5 perché per mangiare non c'è tempo, appunto. Un incubo. Si passa un'oretta in spiaggia.
Quella vicino al Far Out, bar e piscina dove alle 6 comincia la musica e si balla fino alle 9. Poi in albergo. Doccia, ci si
prepara per uscire. Si aspetta. Tutta la giornata è un aspettare che inizi la serata. Alle 11 a cena, per aspettare
mezzanotte, quando aprono i dico pub. E si balla. Si balla ore. È lo stesso ritmo che non ti fa smettere. La musica è bella,
anche se è quasi sempre la stessa. Tutti i giorni e in tutti i locali. Tornavamo in albergo alle 8 di mattina con le orecchie
tappate e le gambe doloranti. Le strade sono un fiume di ragazzi e di disco club con la musica a palla.
2 COCKTAIL 5 EURO -Avevamo affittato i motorini per muoverci meglio, molti li affittano ma per molti altri è un su e giù a
cambiar locali, ballare per aspettare che aprano le discoteche per continuare a ballare. Noi, in realtà andavano sempre nello
stesso disco club, il My Way, dove c'era l'australiano. Ci eravamo affezionati a lui. Un ventenne che aveva finito gli studi
ed era da un mese e mezzo nell'isola. Una spugna. Lavorava tre ore al bar. Con la sua simpatia invitava i ragazzi a entrare:
2 cocktail 5 euro. C'era meno bolgia che dalle altre parti. Almeno per un po', si ballava ma si stava nella calma. Qualche
volta si passava pure dal Lemos. Stessa cosa ma più incasinata. Giri per i posti perché ci sono quelli frequentati da
italiani e quelli frequentati da stranieri, che poi sono più divertenti, più strani sia come gente che come abbigliamento. E
poi gli stranieri, e le straniere a differenza delle italiane che snobbano le altre italiane, quando entri in un locale ti
vengono incontro, ti salutano. Per fare amicizia. Li conosci. Ma di parlare proprio non se ne parla. Fai nuove amicizie ogni
sera. Ma le saluti lì. E sempre così frenetico perché devi correre a divertirti da un'altra parte. Davanti a ogni locale ci
sono ragazzi che urlano le offerte, e i locali si fanno così concorrenza. Per 5 euro due cocktail ti danno una cosa
leggerina. Se lo vuoi più forte sono 7 euro. Non ho visto offrire altro che non fosse alcol. Ma lo sballo musicale e alcolico
è già devastante. Io non bevo molto, perché l'ho fatto una volta, sono stata male. E mi è bastato.
SIAMO MINORENNI - Chi arriva a Ios, arriva per bere. I vicoletti ai lati della strada sono pieni di gente che vomita. O
vomitano o stanno sdraiati per terra. Una sera un inglese era così ciucco che ha preso per le gambe una ragazza svizzera che
ballava sul bancone. Lei è caduta ed è rimasta ammaccata per il resto della vacanza. A me è andata bene. Non ho dovuto tenere
la testa a nessuno dei miei amici. Cosa che invece mi capita con le mie amiche a Ginevra, dove abitavo. Lì i fine settimana
sono organizzati all'insegna della sbronza. Comperano gli alcolici al supermercato, e poi organizzano feste in casa. Abbiamo
16 anni, siamo minorenni e non possiamo entrare in discoteca. Per questo avevo voluto andare a Ios: provare a stare in
discoteca fino a tardi. L'ho provato. Basta così. Sarebbe stato meglio andare a lavorare. Mi sarebbe piaciuto di più: capire
che significa e mettermi in tasca un po'di soldi per non dover chiedere sempre ai miei. Ma il prossimo anno farò così. Mio
padre dice che potrei andare tutta l'estate da uno stilista a New York, così sto in negozio e imparo meglio l'inglese. Ma due
mesi mi sembrano tanti. Io lavorerei un mesetto. Di giorno lavoro, la sera esco. E poi ho i soldi per pagarmi una vacanza. I
miei amici in campagna lavorano tutti. E li vedo più felici. Io quest'anno non vedo l'ora di andare a scuola. Mi sono
trasferita in Italia, a Genova. Magari potrei lavorare facendo un po' di volontariato al Gaslini.
Bianca Maria, studentessa 16enne