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Le strategie di prevenzione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, estratto

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Le strategie di prevenzione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità

Nel corso degli ultimi anni del XX secolo la promozione della salute costituisce argomento di dibattito in numerose conferenze e convegni nel

mondo della sanità contemporanea. Una prima reale definizione viene sancita nel 1986 nella Carta di Ottawa sottoscritta dagli stati

appartenenti all'Organizzazione Sanitaria Mondiale (OMS). In questo documento la promozione della salute è descritta come un processo socio-

politico globale che permette alla popolazione di acquisire conoscenze e competenze per controllare e rendere migliore il proprio stato

fisico e mentale. La salute è infatti un elemento fondamentale per una società migliore; se un singolo cittadino è in salute, di conseguenza

tutta la popolazione ne trarrà vantaggio (economico, sociale ecc). Quindi la promozione e la prevenzione non sono responsabilità esclusive

del settore sanitario, ma va al di là degli stili di vita e punta al benessere (Ottawa,1986). La promozione della salute deve coinvolgere e

collaborare con settori diversi da quello sanitario (istruzione, cultura, trasporti, agricoltura, ecc) per realizzare iniziative in grado di

migliorare lo stato di salute della popolazione.
Dalla Carta di Ottawa ad oggi sono numerosi gli incontri sul tema della promozione. Tra gli eventi più importanti ricordiamo la dichiarazione

di Jakarta "Portare la promozione della salute nel XXI secolo" del 1997, la 51° Assemblea Mondiale della sanità del 1998 da dove nasce il

documento "Salute 21: la politica della salute per tutti nella regione Europea dell'OMS" e nel 2005, invece, "La carta di Bangkok, per la

promozione della salute in un mondo globalizzato". Dai documenti citati si evince dunque che per promuovere la salute è necessario che il

settore sanitario collabori con ambiti operativi diversi e soprattutto che si avvalga di efficaci strategie comunicative. Comunicando

correttamente con l'utente e informandolo in modo chiaro ed efficace sulle problematiche sanitarie, lo si mette in grado di gestire al meglio

e autonomamente la propria salute.
In particolare "Salute 21" il documento citato precedentemente, stabilisce 21 obiettivi per la salute. Il target 12 dice che "entro l'anno

2015, gli effetti negativi per la salute derivanti dal consumo di sostanze che producono dipendenza come il tabacco, l'alcol e le droghe

psicoattive dovrebbero subire una riduzione significativa in tutti gli Stati Membri". In tutte le culture dove l'alcol è stato liberamente

accessibile, politiche formali e informali sono state sviluppate per ridurre i problemi alcol correlati e le conseguenze negative del consumo

di alcol per gli individui e per la società.
Le bevande alcoliche in particolare vengono usate nella maggior parte dei paesi europei e il significato del bere varia nei diversi contesti.

Lo spettro varia da culture in cui i modi tradizionali del bere sono occasionali, rituali e celebrativi a quelle in cui le bevande alcoliche

giocano un ruolo come parte della dieta. (OssFAD, organo ufficiale dell'Istituto Superiore di Sanità) La Carta Europea sull'Alcol stabilisce

cinque principi etici e dieci strategie per un'azione in tema di alcol. Per ciascuna di queste strategie, il presente Piano d'Azione indica

ciò che dovrebbe essere ottenuto (risultati) nel periodo 2000-2005 e come ottenerlo (azioni).
Ogni Stato Membro dovrà considerare la natura dei problemi alcol correlati da affrontare e determinare quali delle possibili azioni indicate

sono le più applicabili ed efficaci nelle proprie circostanze. Non esiste un unico modello che possa essere applicato in tutta la Regione

Europea. Ciò che importa maggiormente è che gli Stati Membri prendano quelle iniziative che più probabilmente potranno ridurre i danni

causati dall'alcol nei loro paesi.

 


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)