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Legge, gioco d'azzardo e dipendenza

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Legge, gioco d'azzardo e dipendenza

Da circa quattro mesi, il parlamento albanese ha approvato una nuova legge sulla liberalizzazione del mercato del gioco d'azzardo, una

pratica diffusa in tutto il mondo, quasi ovunque regolarizzata, che porta una fetta consistente del fatturato nelle casse dei monopoli di

stato.
In Italia, grazie alla diffusione capillare di slot machine e punti scommesse in tutto il territorio nazionale, complice anche la crisi

economica in atto, si è sviluppato una vera e propria dipendenza da gioco d'azzardo. Questa patologia, che il Dsm (Manuale Statistico

Diagnostico) nella sua IV versione (1994) ha definito come "un comportamento persistente, ricorrente e disadattivo in cui il bisogno di gioco

è incontrollabile" e l'ICD 10 lo ha inserito tra i disturbi delle abitudini e degli impulsi, provoca la comparsa di gravi problemi sociali

che portano i soggetti interessati a compromettere e distruggere, con il loro comportamento, le loro attività personali, familiari e

lavorative.
Chi conosce il contesto socio - economico albanese sa bene che le priorità legislative non sono certe queste. I punti scommesse sono presenti in tutto il territorio nazionale. Si scommette sul calcio, su tutti i campionati, su altri sport del mondo. Si gioca al bingo, ai videopoker,

e in ogni quartiere non mancano questi "luoghi di ritrovo" che hanno portato alla rovina molte persone, attratte dal guadagno facile e

immediato.
Anche in Italia il fenomeno riguarda molti, incluso i cittadini migranti, regolari e non. Per rendersi conto basta guardare la frequentazione

dei diversi punti scommesse, oppure dei videopoker nei bar di tutte le città. Persone che spendono al di sopra delle loro possibilità, che si

rovinano il posto di lavoro, il matrimonio, il rapporto con i figli e spesso legano questa patologia ad altre, come il consumo di alcolici o

stupefacenti.
In Italia è stato avviato da tempo un percorso di studio e ricerca di soluzione della patologia da gioco d'azzardo e si è arrivati alla

conclusione che il tornaconto economico di una categoria (gli esercenti del gioco d'azzardo) non può stare al di sopra dell'integrità della

persona e della sua salvaguardia.
In un paese come l'Albania, ancora fragile dal punto di vista strutturale e sistemico, liberalizzare questa "industria" che fa guadagnare

solo pochi e rovina moltissimi, si rivelerà sicuramente controproducente ed avrà effetti estremamente negativi, oltre a quelli che già sta

avendo.Il silenzio di gran parte della società civile albanese, delle ong locali e straniere presenti in Albania, e, in genere, dell'opinione

pubblica è preoccupante e sottovaluta la portata di una simile liberalizzazione. Bisognerebbe forse partire con interventi di educazione alla

legalità, all'uso responsabile del gioco e inculcare nei giovani la cultura del lavoro e dello studio, anziché favorire iniziative che creano

l'illusione di una ricchezza immediata senza sforzi e sacrifici.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)