Legge quadro in materia di alcol e problemi alcol-correlati: alcune statistiche
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In Italia ci sono quasi 8 milioni e mezzo di consumatori di alcol
Si tratta di alcuni dei dati contenuti nella settima relazione al Parlamento sugli interventi realizzati dal ministero della
Salute e dalle Regioni in materia di alcol, trasmessa dal Ministro della Salute ai presidenti di Camera e Senato in
attuazione della Legge quadro in materia di alcol e problemi alcol-correlati.
8 MILIONI - In Italia ci sono quasi 8 milioni e mezzo di consumatori di alcol a rischio sopra gli 11 anni di età, di cui
circa 475 mila minorenni e circa 3 milioni di anziani. I dati elaborati dall'Osservatorio nazionale alcol del Cnesps,
nell'ambito di uno specifico progetto finanziato dal Ccm del ministero della Salute all'Istituto superiore di sanità,
indicano l'incremento degli alcoldipendenti in carico ai Servizi con una crescita costante dei nuovi utenti 20-29enni e il
parallelo aumento dei giovani che consumano bevande alcoliche fuori dai pasti (34,4% dei maschi e 22,8% delle femmine di età
compresa tra 11 e 25 anni); nella stessa fascia di età sono oltre 1 milione e 400 mila i giovani che bevono per ubriacarsi.
CRESCE IL BINGE DRINKING - I dati sui consumi alcolici e i modelli di consumo confermano il progressivo allontanamento del
nostro Paese dal tradizionale modello di consumo mediterraneo. E' cresciuta nell'ultimo decennio la quota di coloro che
consumano bevande alcoliche al di fuori dei pasti, con un incremento particolarmente significativo tra le donne. Il binge
drinking, modalità di bere di origine nordeuropea che implica il consumo di numerose unità alcoliche in un breve arco di
tempo, ha riguardato nel 2009 il 12,4% degli uomini e il 3,1% delle donne ed è ormai abitudine stabilmente diffusa,
soprattutto nella popolazione maschile di 18-24 anni (21,6,1%) e di 25-44 anni (17,4%). Pratica il binge drinking anche una
buona percentuale di donne fra i 18 e i 24 anni (7,9%) e fra le giovanissime di 11-15 anni esso appare più diffuso che fra i
coetanei maschi.
3 MILIONI DI ANZIANI - In generale il consumo a rischio riguarda il 15,8% degli italiani al di sopra degli 11 anni, per un
totale di quasi 8 milioni e mezzo di persone. Tra esse in particolare circa 475.000 minori (il 18,5% dei ragazzi e il 15,5%
delle ragazze al di sotto dei 16 anni), in cui il consumo dovrebbe essere pari a 0; e circa 3 milioni di anziani (il 44,7%
dei maschi e l' 11,3% delle femmine di oltre 65 anni) in cui il consumo a rischio coincide prevalentemente con il consumo
giornaliero non moderato, soprattutto durante i pasti (ma di questo pericolo il parlamento non si è interessato durante le
modifiche al codice della strada, leggi la nostra inchiesta finita anche su "Il Fatto Quotidiano")
I GIOVANI SI AMMALANO MENO - La tipologia di consumo a rischio prevalente tra i giovani è il consumo fuori pasto, che ha
riguardato nel 2009 il 34,4% dei maschi e il 22,8% delle femmine di età compresa fra gli 11 e i 25 anni. Già a 18-19 anni la
quota dei consumatori è vicina a quella media della popolazione e la percezione della disponibilità di bevande alcoliche è
tra i giovani italiani fra le più alte in Europa. Quasi la metà (45,4 %) delle diagnosi ospedaliere per patologia totalmente
alcolcorrelata riguarda persone di oltre 55 anni, ma da alcuni anni la percentuale di diagnosi alcolcorrelate appare in
aumento nella classe di età 36-55 anni, mentre continua a diminuire nella fascia di età 15-35 anni. La percentuale di
diagnosi ospedaliere per cirrosi epatica alcolica si presenta in crescita da qualche anno in rapporto alle altre diagnosi di
ricovero alcolcorrelato, passando tra il 2000 e il 2008 dal 26,30 % al 35,00 % del totale di tali diagnosi.
SOLO IL 2,12% - Risulta ancora bassa rispetto agli altri Paesi europei la diffusione di conoscenze sul tasso legale di
alcolemia per la guida e sui limiti di consumo con esso compatibili. Il 2,12% di tutte le cause di incidente stradale
rilevate nel 2008, per un totale di 5.920 casi, riguarda l'ebbrezza da alcol, con una percentuale in aumento rispetto
all'anno precedente. Anche se questi dati continuano ad essere oggetto di polemica, anche per questo motivo dai dati ISTAT
2009 sugli incidenti stradali (diffusi a fine 2010) è sparita la voce relativa agli incidenti causati dall'alcol.