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Liguria: la birra nello zainetto, adolescenti a rischio

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Scende l'età di assunzione di bevande alcoliche. L'esperto: «Si inizia a bere a 14 anni, non sottovalutiamo il fenomeno»«Il problema dell'alcolismo nei giovanissimi è esplosivo. E sono le femmine a Genova a superare i maschi». Non ne fa una questione di genere Giorgio Schiappacasse, psichiatra esperto in problemi di Alcologia, da oltre vent'anni in Asl 3, ma di una cultura negativa che s'allarga e apre varchi inaspettati tra gli adolescenti: «Si comincia a bere a 14 anni. Le ragazze preda dell'alcool, sono il segno di una femminilità aggressiva, a modelli di ciò che si vede ad esempio in tv. I maschi? Più timidini e compassati nella visione proposta ai nostri giorni», è la riflessione. La Liguria, grande beona secondo le statistiche, conta etilisti maschi tra i 25-34enni, ma tra le femmine l'eccesso si registra anche tra i 15 e i 24 anni. Tra chi ammette di essersi ubriacato in un anno: l'11% dei maschi (oltre 54.000) e il 16% ( circa 80.400) delle femmine confessa di averlo fatto dalle 6 alle 19 volte. Ma quello che fa sbottare Schiappacasse in un «lo dicevamo vent'anni fa e ci prendevano per matti», è la constatazione che troppi quindici, sedicenni di oggi vagano ebbri per la città fin dal mattino: più degli adulti "che si fanno un bianchetto" o che, anzi, tendono a sottovalutareRiguardo all'opportunità di vietare le bevande alcoliche ai minori di 16 anni chi lavora contro il disagio sociale commenta: «Già il codice penale stabilisce di non somministrare alcool a chi ha meno di 16 anni - si inserisce nel dibattito Schiappacasse - e il "somministrare" indica anche il non darne a casa». Insomma è d'accordo o no con il divieto pubblico? «Se è un modo per far rispettare una legge che c'è già, va bene», replica lo specialista. Dello stesso parere è Gabriele Sorrenti presidente per la sezione ligure di Aicat, associazione italiana dei club degli alcolisti in trattamento (www.arcatliguria.it): «Il nuovo divieto sarebbe un banco di prova per noi adulti. Per porre un argine a un fenomeno dilagante: l'età media è sempre più bassa».Senza dubbio, ripetono gli esperti, l'arma migliore è il "vedere" prima della ciucca: genitori attenti, scuola che funziona nella prevenzione, controllo dei messaggi mediatici ridurrebbero il rischio di ogni dipendenza, alcool compreso. «Bere per una ragazzini di oggi significa non essere da meno - sottolinea lo psichiatra - Le politiche della pubblicità in questo senso sono molto aggressive.» L'alcolismo giovanile quindi va aggirato all'origine. Ma quanto servono le sanzioni? «Sarebbero utili se venissero trasformate in lavori socialmente utili - ribadisce Schiappacasse- Nel caso di un ragazzo, lo si potrebbe spingere a fare una ricerca o un lavoro a scuola». In questo modo la "condanna" indurrebbe alla riflessione.