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Liguria: raddoppiano i giovanissimi che bevono nel week-end

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IN LIGURIA RADDOPPIANO I GIOVANISSIMI CHE BEVONO NEL WEEK-END
Il rischio del "binge drinking", ovvero dell'abuso di alcol per lo sballo del venerdì e del sabato sera è sempre più forte tra i giovanissimi

della Liguria.
Proprio nella nostra regione "i ragazzi tra i 14 e 18 anni che bevono nel week-end - dice il dottor Alessandro Sumberaz - negli ultimi cinque

anni sono aumentati del 110% e in particolare tra le ragazze oggi una su cinque consuma alcolici nelle serate del fine settimana".
Gli allarmanti dati del segretario nazionale della Società Italiana di Alcologia e medico del centro di Alcologia del San Martino sono emersi

al convegno "Alcol e Carcere: tra diritto alla salute e bisogno di sicurezza" organizzato in Provincia dall'assessorato alle carceri guidato

da Milò Bertolotto, con la Sia, Arcat - Club alcolisti in trattamento e il patrocinio del Provveditorato regionale dell'Amministrazione

penitenziaria del Ministero della Giustizia e della Asl 3 Genovese, alla presenza di molti esperti, magistrati, i direttori delle Case

circondariali del territorio, Polizia penitenziaria, educatori.
La Liguria è al terzo posto in Italia per consumo pro capite di alcol e al quarto nei ricoveri per cause totalmente attribuibili all'abuso di

alcolici e l'obiettivo della giornata in Provincia è stato di fare il punto su un fenomeno, spesso sommerso, che ha proporzioni e conseguenze

sociali e sanitarie vaste e drammatiche, nella società, tra i giovani e anche tra le mura delle carceri perchè l'abuso di alcol, oltre a

provocare gravi danni alla salute e dipendenze, può condurre in cella, come elemento determinante di una serie di reati.
La segnalazione dei possibili casi di dipendenza viene fatta da medici e psicologi dei nuovi reclusi, dagli operatori delle Asl, dagli agenti

di polizia penitenziaria e su autosegnalazione. Nelle carceri genovesi (Marassi, Pontedecimo, Chiavari) da tempo esiste il divieto di

assunzione di bevande alcoliche "ma è evidente - dice l'assessore provinciale - che il problema delle dipendenze da alcol e da droghe non si

risolve solo con l'impossibilità del consumo e il divieto, perché ci troviamo di fronte persone che hanno bisogno di terapie sia psicologiche

che farmacologiche".
L'impegno delle case circondariali "nell'approccio a questi detenuti è il massimo possibile - dice il direttore del carcere di Marassi

Salvatore Mazzeo - ma certamente il sovraffollamento attuale, acuisce il disagio e le difficoltà delle persone più fragili, con meno risorse

personali di adattamento, come i detenuti alcol e tossicodipendenti".
Le statistiche dicono che i reati commessi dai detenuti alcolisti sono soprattutto furti (25%), maltrattamenti familiari (20%), reati

sessuali (15%), risse e aggressioni (15%) e che se uno dei fattori che hanno determinato i reati è l'alcol e le persone vengono curate, è

possibile che la recidiva diminuisca.
Al convegno - aperto dall'assessore Milò Bertolotto e dal provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria Giovanni Salamone, con i

saluti del presidente dell'Ordine dei medici Enrico Bartolini - sono intervenuti il direttore del Centro di Alcologia dell'Ospedale San

Martino e presidente in Liguria della Sia Gianni Testino, il segretario ligure Sia e dirigente medico del centro di Alcologia Alessandro

Sumberaz, il direttore del dipartimento Cure Primarie dell'Asl 3 Daniela Dall'Agata, il direttore sanitario della Asl 3 Ida Grossi, il

magistrato e presidente dell'associazione LHG12 Paolo Martinelli, la caposala del centro di Alcologia Ornella Ancarani, i medici della Asl 3

per la sanità penitenziaria Antonio Floriani e Alessandro Lenuzza, il comandante della Polizia Penitenziaria a Marassi, Massimo Di Bisceglie,

la responsabile dell'area servizio sociale dell'Ufficio esecuzione penale esterna Santina Spanò, l'educatore penitenziario Maurizio Plaia,

Gabriele Sorrenti di Arcat Liguria e il direttore del Sert Ponente, Giorgio Schiappacasse, prima della tavola rotonda conclusiva moderata da

Giovanna Rosi con il procuratore capo di Chiavari Francesco Cozzi, i direttori delle tre Case circondariali di Marassi (Salvatore Mazzeo),

Pontedecimo (Maria Milano), Chiavari (Paola Penco) e il criminologo Enzo Paradiso.
La proposta che verrà consegnata a governo, parlamento e partiti politici consentirebbe, entro sei mesi dall'avvio dell'iter, l'istituzione

delle città metropolitane e la conseguente razionalizzazione delle Province e degli uffici periferici dello Stato, con un risparmio pari ad

almeno 5 miliardi di euro (ma la stima è del tutto prudenziale e destinata a confermarsi molto più alta): 500 milioni dall'efficientamento

delle Province, 2,5 miliardi almeno dal riordino degli uffici periferici dello Stato e almeno 1,5 miliardi dalla eliminazione degli enti

strumentali.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)