Liguria: tutti d'accordo i baristi e i titolari di locali pubblici
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Alcolici vietati ai sedicenni: barman, baristi e titolari di locali pubblici imperiesi condividono il giro di vite del sindaco milanese Letizia Moratti. Questo, almeno, è quanto emerge dal viaggio-inchiesta che Il Secolo XIX ha condotto in città, ascoltando coloro che - più di altri - sono quotidianamente a contatto con i "vizi" e le passioni alcoliche di giovani e giovanissimi. Ma basterà, se dovesse essere introdotto, il divieto per prevenire e scoraggiare richieste pericolose di minorenni assetati di birra e alcolici o, più semplicemente, vogliosi di provare qualcosa di "diverso" dal solito?«Sono assolutamente favorevole al divieto di alcol ai sedicenni - tiene a precisare Donatella Debole del Bar Corsaro a Borgo Marina - e ne condivido gli obiettivi. Per quanto mi riguarda ho sempre tenuto d'occhio i ragazzi che chiedono alcoolici: se ho dubbi sull'età la chiedo e questo basta perché l'interessato cambi idea sulla sua richiesta». Un comportamento che evita problemi e che offre un certo freno alle brutte consuetudini a cui, troppo spesso, si adeguano i giovanissimi. Abitudini quasi imposte dall'ambiente, dalla compagnia, dal solito esempio del "così fan tutti". «I ragazzi bevono per moda, per sentirsi più grandi - è il tentativo di analisi di Maurizio Buetto, titolare dei "Sogni d'estate" - Per questo l'ordinanza firmata dalla Moratti non è sbagliata anche perché non dobbiamo essere noi gestori di bar ad assumerci la parte di educatori: è la famiglia che deve intervenire a bloccare certi comportamenti negativi dettati soltanto dalle mode». E che sembrano aver preso piede. «A volte succede che un ragazzino chieda la birra o una bevanda anche più pesante - continua Buetto - Allora io chiedo l'età e questo basta perché cambi idea: non mi sembrerebbe assolutamente giusto accontentarlo anche per non compromettere la mia licenza». Un rischio reale anche se non sembra che molti si preoccupino di quella normativa del Codice penale che esiste da decenni ma che, comunque, non dovrebbe essere neppure necessaria. «E' soprattutto un problema culturale più che l'obiettivo di un'ordinanza - spiega Franco Ballari, titolare del chioschetto davanti alle spiagge di Borgo Marina - Se il ragazzino al di sotto dell'età minima chiede al suo amico diciassettenne di comprargli la birra: io sono costretto a soddisfare la richiesta e la normativa è bellamente aggirata». Una strategia piuttosto normale a cui non si può opporre che un solo ostacolo. «La birretta si potrebbe anche concedere a differenza dei superalcolici da vietare assolutamente ai minori - ammette Antonio Ferrante del bar "Il veliero" - ed è difficile, anche se usuale per noi, negarla ad un ragazzino del giorno d'oggi. D'altronde il divieto esiste da tempo pur se applicato poco e male». Ma se i baristi possono avere il controllo, nei supermercati la situazione è più complessa e meno controllabile. «Alle casse transita tanta gente - spiega il direttore di un supermercato - ed è veramente complicato verificare il diritto all'acquisto anche se noi dobbiamo sottostare ad una normativa diversa rispetto a quella dei bar». In effetti è piuttosto improbabile che un ragazzino si rivolga alla grande distribuzione per soddisfare le sue voglie anche perché, nelle ore notturne, i supermercati hanno ormai chiuso i battenti. Allora non gli rimane che il solito bar a cui chiedere. «A volte cercano scuse, insistono - racconta Antonella Comerci del bar La Rabina - proprio per questo sono favorevole all'ordinanza in vigore a Milano anzi, io innalzerei il divieto fino ai diciotto anni»