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News di Alcologia

Livorno: bottiglie per tutti, divieto beffato 

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Alcolici in libertà e niente bicchieri nonostante l'ordinanza del sindaco 
di Gianmaria Frati

IL TIRRENO

 LIVORNO. Zero efficacia e nessun controllo. L'ordinanza del sindaco sulla rivendita di alcolici è passata del tutto inosservata. Nella sera del suo debutto, quella di lunedì 13 luglio, nessun locale del lungomare, dal cantiere alla rotonda dell'Ardenza, ha rispettato le dovute prescrizioni; anche il testo della disposizione, che per legge dovrebbe essere affisso all'esterno, non era presente su alcuna vetrina. Stessa situazione per i controlli: nessuna pattuglia della Polizia Municipale si è fatta vedere lungo la passeggiata o nel vialetto tra la strada e il mare.
 Nell'ordinanza, rinnovata anche quest'anno dal sindaco Cosimi, è previsto il divieto di vendita per asporto delle bevande alcoliche di qualsiasi gradazione, in contenitori di vetro o lattine. E' consentita la sola somministrazione, con mescita, in bicchieri di plastica leggera o di carta. La regola vale fino al 30 agosto, dalle 22 in poi.
È bastato però fare un giro tra i locali del lungomare per accorgersi che nessuno ha preso la normativa sul serio.
La situazione è già chiara nel tratto sterrato di parcheggio tra il cantiere e lo Scoglio della Regina: intorno alle 23 e trenta non c'è gruppetto di ragazzi senza l'immancabile bottiglia di birra e lo spinello acceso. Poco più avanti due spacciatori, chinati sotto la panchina risistemano guardinghi le dosi da vendere.
Ma non è un fenomeno riservato alla zona più buia e meno controllata; sul fronte più illuminato e frequentato la regola continua a non valere, anzi. In qualsiasi baracchina osservata il meccanismo è sempre lo stesso: la gente entra, fa lo scontrino, si avvicina al frigo, prende la bevanda alcolica ed esce da locale. Ai tavoli si vedono tranquillamente giovani con birre, Bacardi Breezer e altre bibite alcoliche, appena tolte dal frigo. Alcuni le bevono seduti, altri dopo poco si alzano e le sorseggiano camminando.
 Per toglierci ogni dubbio, entriamo anche noi e ordiniamo due birre: il cassiere ci chiede sette euro e ci dà lo scontrino, nient'altro. Sulla passeggiata di viale Italia la musica non cambia: che siano birre chiare o lattine, ogni cinque metri c'è qualcuno con una bottiglia di vetro in mano. In piazza San Jacopo, sulle spallette ci sono quattro gruppi: anche qui bottiglie vuote in bella vista. Stessa situazione nel tratto di strada che va sino a Antignano. Vista l'ora - ormai siamo tra mezzanotte e l'una -, risulta difficile credere che chi sorseggia un alcolico lo stia facendo da due ore, o che la bottiglia sia fresca perché appena estratta da una borsa frigo portata da casa.
 Passate le una, si iniziano a spegnere le prime vetrine, mentre i camerieri puliscono gli ultimi tavoli. Gli esercenti portano le bottiglie alla spazzatura, dentro grossi sacchi neri: come avviene di solito, tutto il vetro, per far prima, va nella spazzatura generica; i cassoni per il riciclo del vetro rimangono inesorabilmente vuoti.
 Dal domani a domenica, per Italia Wave, dovrebbe entrare in vigore una normativa ancora più restrittiva: il divieto di vendita sarà esteso a tutta la città, dalle 19 alle sei del mattino. Verrà rispettato alla stessa maniera?