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Livorno, seminario per le scuole nell'ambito del progetto "Non beviamoci la vita"

Livorno, seminario per le scuole nell'ambito del progetto "Non beviamoci la vita"

VALERIA CAPPELLETTI
LIVORNO. Un'automobile accartocciata, medici che prestano soccorso, mamme che piangono a un funerale, poi una scritta:

"Eppure basterebbe rispettare alcune piccole regole". E' il video mostrato ieri mattina ai ragazzi delle scuole Mazzini,

Orlando e Iti nell'ambito del progetto "Non beviamoci la vita". Una campagna che ha coinvolto molte città per educare i

giovani delle scuole superiori e medie sul tema degli incidenti stradali legati all'abuso di alcool.
Ieri a Villa Letizia, si è svolto il seminario conclusivo del progetto. Una sala colma di ragazzi tutti colpiti dal video. Un

filmato che ritraeva loro coetanei costretti su una sedia a rotelle o con la faccia deturpata dopo un incidente. «Immaginate

di fare un incidente grave dopo aver bevuto - ha detto Alessandro Bernini, 18 anni, dell'Orlando - sapete quante cose vi

perdereste? Il concerto di un cantante, una convocazione nel vostro sport preferito, quindi pensateci bene prima di guidare

quando non siete sobri».
Molti i racconti degli alunni su questo tema. Schietto l'intervento di Mattia, 13 anni: «Non ho mai bevuto, non mi interessa.

Bere fa molto male e non aiuta neppure con le ragazze».
«L'alcool non è indispensabile - dice Lorenzo, 14 anni - non condivido chi beve per divertirsi, ci si può divertire anche

senza». Presentati anche i risultati dei questionari svolti tra 900 studenti degli istituti Niccolini-Palli, Galilei,

Orlando, Iti, Liceo della Comunicazione Pate, Colombo ed Enriques. Dai dati emerge che il 68,2% dei ragazzi tra i 14 e i 16

anni ha consumato alcolici e che per molti di loro la prima sbornia è arrivata proprio in questa fascia di età. La

maggioranza ha dichiarato che bere non aiuta nelle relazioni sociali; poi c'è chi sostiene di bere per apparire più

simpatico, specie tra i maschi, mentre le ragazze bevono per trasgredire, c'è infine chi beve per non pensare ai problemi.

«Ciò che emerge - ha detto Sonia Salvini, Cnr - è che i ragazzi sanno che guidare dopo aver assunto alcool è pericoloso ma lo

fanno lo stesso, sempre per quel famoso detto: tanto a me non può capitare niente».