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Lo sballo senza freni degli adolescenti sardi: la vera emergenza sono i cocktail alcol-pastiglie

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Lo sballo senza freni degli adolescenti sardi
Record nazionale di consumi. Sempre più fantasiosi i cocktail alcol-pastiglie. Pronto soccorso di Sassari coinvolto in una ricerca per scoprire le sostanze


di Silvia Sanna


SASSARI. Anche i medici a volte faticano a capire che cosa sia successo, quando se li trovano davanti con lo sguardo perso, le convulsioni, il cuore che scoppia. L'unica certezza è che hanno assunto droghe, ma è difficile stabilire quale sia la sostanza tossica che provoca lo stato di semi incoscienza, spesso il coma, in alcuni casi la morte. Il vero problema non sono l'eroina o la cocaina, ma i cocktail: pasticche di vario tipo mischiate tra loro, associate ad alcol, e psicofarmaci, eccitanti e antidepressivi insieme, abbinati alle sostanze più disparate. Una situazione allarmante, di fronte alla quale i medici chiedono aiuto. Il pronto soccorso di Sassari ha aderito a un programma dell'Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, che prevede una collaborazione con il Centro antiveleni di Pavia: «Invieremo lì i campioni di sangue prelevati a pazienti che presentano alti livelli di tossicità - spiega il dirigente Sergio Rassu -. L'analisi permetterà di identificare le sostanze assunte o inalate, in questo modo contiamo di allargare il ventaglio, già ampio, delle droghe conosciute. E sapremo subito come intervenire».


Cocktail di farmaci. L'alto numero di adolescenti che finisce al pronto soccorso di Sassari è lo specchio dei dati regionali. La Sardegna supera la media nazionale per il consumo di tutti i tipi di droga e a fare più paura è l'aumento dei ragazzi che assumono allucinogeni, stimolanti e mix di sostanze facilmente reperibili, a casa o su internet. Il responsabile del presidio dell'ospedale Santissima Annunziata dice che in questi casi intervenire è molto complicato, perché il nemico è sconosciuto. «Ormai non esistono più solo le droghe classiche - spiega Sergio Rassu -, ora gli adolescenti, spesso minorenni, ricorrono a cocktail, assumono psicofarmaci, inalano liquidi, colla e gas capaci di dare la sensazione di sballo voluta. Non hanno idea degli effetti che, soprattutto in quantità elevate, provocano sull'organismo».


Ritorni sul mercato. Non si vedeva da tempo, per questo il suo ritorno sulla piazza della droga non è da sottovalutare. La squadra mobile della questura di Cagliari qualche mese ha sequestrato sette boccette di popper provenienti dall'Inghilterra: si tratta di stupefacenti che si assumono per inalazione, utilizzati in passato per scopi farmacologi. «Costano poco - spiega il dirigente della Mobile Leo Testa -, dai 5 ai 10 euro: l'effetto è breve ma intenso, con aumento del battito cardiaco e sensazione di euforia». Diverso invece l'effetto della ketamina, anestetico utilizzato in veterinaria: più di un chilo, in due distinte operazioni, è stato sequestrato dalla polizia e dai carabinieri di Cagliari. Sciolta in acqua, la ketamina provoca conseguenze simili a quelle dell'Lsd, con un distacco progressivo dal corpo e delle emozioni. La percezione del dolore sparisce, il controllo dei movimenti e delle azioni è azzerato: per questo si parla di morte apparente.


L'età si abbassa. Salvatore Carai, responsabile del Serd di Olbia, dice che l'aumento del numero delle droghe ha gravi conseguenze perché si rischia di sottovalutare alcuni fenomeni. «Qui i ragazzi assumono di tutto, ma le vere emergenze sono due. La cannabis, perché si inizia a fumare già a 12 anni e ci sono genitori che pensano "che qualche canna in fondo non sia un dramma". E poi l'alcol, «la droga più diffusa, facilmente reperibile e culturalmente accettata: ecco perché i ragazzi ne fanno così grande uso». Da solo o accompagnato da pasticche.


Parlano i ragazzi. L'erba è la normalità, «perché aiuta a rilassarsi, a socializzare». L'ecstasy è più impegnativa «perché costa e devi andarci piano se non vuoi farti male». La cocaina è roba da adulti, l'eroina «è da sfigati se te la fai in vena», di meno se la sniffi, l'importante è non farci l'abitudine. Gli studenti sorridono, riuniti in un gruppetto davanti a una scuola. E dicono che bisogna fare distinzioni: «La marijuana non può essere considerata una droga, basta con questo terrorismo. Se un ragazzo viene beccato con una canna rischia di passare casini seri: perché, se non spaccia, non ruba e non fa del male ad altri? E in ospedale, per un po' d'erba, non è mai finito nessuno. Quelle sono altre storie, chi si fa male non è capace di fermarsi, perché non ha la testa». Le facce si fanno più serie, i sorrisi si spengono. C'è chi pensa ad alcuni coetanei, ragazzi presi per i capelli. Altri, invece, non ce l'hanno fatta. Per loro l'assunzione di droghe, ecstasy più psicofarmaci, non era solo lo sballo del fine settimana: era un appuntamento quasi quotidiano, che velocemente se li è portati via.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)