Lo smartphone contro il craving: dagli USA il progetto iHeal
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Smartphone contro il craving. Dagli USA il progetto iHeal
Fonte: Journal of Medical Toxicology
Titolo originale e autori: Boyer EW et al (2012) Preliminary efforts directed toward the detection of craving of illicit substances: the
iHeal Project, Journal of Medical Toxicology, DOI 10.1007/s13181-011-0200-4-
Molti interventi comportamentali per la gestione del dolore cronico, dei problemi alimentari, dell'aderenza al trattamento o dell'abuso di
sostanze, sono inefficaci al di fuori dell'ambiente clinico o sanitario in cui vengono svolti. I ricercatori dell'Università del
Massachusetts Medical School hanno sviluppato un dispositivo multimediale - "iHeal" - che sfrutta tecnologie innovative come l'intelligenza
artificiale, il monitoraggio continuo degli indicatori biofisici, connettività wireless e smartphone. iHeal è in grado di rilevare i fattori
di stress fisiologici associati al craving e di rispondere con interventi comportamentali specifici per il paziente al fine di evitare la
ricaduta. I dati preliminari della sperimentazione sono stati pubblicati sulla rivista Journal of Medical Toxicology.
I pazienti con dipendenza da sostanze e patologia da stress post traumatico indossano una fascia attorno al polso dotata di biosensori in
grado di misurare l'attività elettrica, il movimento, la temperatura corporea e il battito cardiaco, tutti indicatori dei livelli di stress.
Le informazioni vengono trasmesse ad uno smartphone in grado di monitorare ed elaborare i dati fisiologici del paziente. Quando il software
rileva cambiamenti dello stato emotivo, si chiede all'utente di fornire informazioni sulla loro percezione del livello di stress, sul
desiderio di droga e sulle attività in corso. Le informazioni vengono utilizzate per fornire in tempo reale interventi di prevenzione
multimediali personalizzati proprio nel momento di maggior bisogno.
Sulla base dei feedback dei primi fruitori, i ricercatori stanno valutando i punti di forza di questo dispositivo e la fattibilità del
progetto, evidenziando una serie di questioni legate alla sicurezza dei dati personali così come la necessità di una versione del dispositivo
più facilmente indossabile in pubblico.
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)