Lombardia: anche in provincia scattano i divieti
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Anche in provincia i comuni si organizzano per far fronte al dilagare del consumo di alcool, soprattutto fra i più giovani. E se a Rho alcuni supermercati espongono cartelli che vietano la vendita di bevande alcoliche ai minorenni, a Legnano il sindaco azzurro, Lorenzo Vitali, è andato oltre. Con un'ordinanza infatti ne ha vietato la vendita in alcune zone della città. In pratica si potranno acquistare alcolici, ma solo insieme ad altra merce. Con multe fino a 500 euro per in trasgressori.
«Anche il consumo indiscriminato di alcool provoca degrado - ha spiegato il primo cittadino -. Soprattutto in quelle aree più frequentate dove c'è il verde. Per questo motivo nelle zone comprese tra le via XX Settembre e Rossini, insieme a quella di via De Gasperi-Corso Italia, d'accordo anche i commercianti, abbiamo deciso di adottare il provvedimento per garantire decenza e civile convivenza».
Forte delle norme previste dal «pacchetto sicurezza», il primo cittadino ha emesso la singolare ordinanza che vieta «agli esercizi pubblici, commerciali o artigianali presenti in loco o nelle immediate adiacenze, la vendita da asporto di bevande alcoliche, se non accompagnata da merce di valore almeno corrispondente». Un divieto che punisce non solo chi vende, ma anche chi acquista.
E se Legnano si è già attivato per contrastare in qualche modo il dilagare del fenomeno, e non solo fra i più giovani, il comune di Rho potrebbe farlo nei prossimi giorni, con ogni probabilità sulla scia di Milano.
Nel frattempo, pur non essendoci leggi specifiche in proposito, né ordinanze, alcuni supermercati particolarmente sensibili al problema, si stanno muovendo autonomamente. Al momento ce ne sono già un paio, che sulle vetrine dei propri esercizi commerciali hanno espressamente annunciato che non venderanno birre o bevande alcoliche ai minori di 16 anni. Cartelli che fanno discutere, ma che hanno già ottenuto il consenso di molte famiglie. A far rispettare il divieto deciso dai responsabili commerciali, vengono chiamate le cassiere. Le quali dovrebbero verificare l'età dei clienti più giovani, se questi si presentano alle casse con le confezioni di birra o di altre bevande a base di alcool. «Noi non possiamo chiedere la carta d'identità ai clienti per accertarne l'età - spiegano alcune - tuttavia usiamo occhio e soprattutto buon senso e fino a oggi, visto che la norma è stata pubblicizzata e recepita, non abbiamo ottenuto reclami di alcun genere».