L’OMS contro il vino?
L’OMS contro il vino
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Il titolo “L’OMS contro il vino” potrebbe sembrare un’esagerazione o al limite una forzatura, ma a ben vedere non lo è affatto.
Infatti l’Organizzazione mondiale della sanità (un organismo che riesce a mediare interessi commerciali e politici ed elabora spesso strategie alimentari decisamente pratiche e assennate) già dà tempo ha messo in guardia contro gli effetti negativi dell’alcol e, conseguentemente, contro il consumo di vino; basti pensare al Global Status Report on Alcohol 2004 o al più recente rapporto relativo al World Health Day 2012, documenti nei quali si raccomanda di “evitare l’abuso di alcol”.
Certo, una volta tanto, conforta il fatto che almeno ai vertici ci sia un po’ di buon senso (ricordiamo anche l’esempio delle indicazioni sugli acidi grassi essenziali, peraltro perfettamente in linea con quelle della dieta italiana). Nel Global Status Report on Alcohol troviamo:
Che bere anche poco faccia bene è tutto da dimostrare; l’alcol aumenta il rischio di incidenti, è tossico per il fegato, è coinvolto nella comparsa di diversi tumori, altera i processi di memorizzazione…
Vediamo anche cosa dice la dieta italiana:
… (forse) il vino fa bene al cuore, ma sicuramente distrugge il fegato!
Come non notare il perfetto accordo?
Intendiamoci, nessuno vuole demonizzare chi beve un bicchiere di vino saltuariamente, ma è sicuramente un’abitudine errata bere vino ai pasti tutti i giorni, tenendo anche conto che difficilmente è l’unico liquore che si gradisce.
Vediamo quindi un decalogo che dovrebbe disincentivare all’uso della bevanda.
Il nostro decalogo
1) Non esistono prove scientifiche che l’alcol faccia bene. Cioè che allunghi la vita. Le ricerche a favore riguardano campioni di soggetti limitati, quantità limitate e/o settori particolari (patologie cardiovascolari). Nessuna ricerca ha dimostrato che un insieme di bevitori normali vive più a lungo di un insieme di non bevitori equivalente (cioè con le stesse caratteristiche, alcol escluso). Anzi è vero il contrario.
2) Il paradosso francese non è mai stato provato e si deve considerare una bufala scientifica. Se il vino proteggesse veramente il cuore perché non viene impiegato nella cura delle patologie cardiache? L’indicazione di bere vino (fra l’altro, se forse protegge il cuore, sicuramente distrugge il fegato!) sa pertanto di rimedio della nonna.
3) L’alcol è sempre un sovraccarico per il nostro corpo. Pensiamo a tutti coloro che demonizzano l’aspartame e bevono vino. Durante il processo di assorbimento si formano acidi grassi che non vengono degradati a causa dell’effetto tossico dell’alcol sui mitocondri; da ciò deriva l’eccessiva presenza di grassi nel fegato dei bevitori.
Il processo è analogo a quello dell’aspartame, cioè la formazione di sostanze che devono essere espulse dal nostro organismo. Solo che la quantità di tali sostanze inquinanti in un mg di aspartame è un centesimo di quelle contenute in un bicchiere di vino.
4) Il vino non si può considerare una bevanda salutistica. Al più può essere considerato un alimento (infatti ha un contenuto calorico non trascurabile). Infatti una bevanda per definizione è una sostanza liquida che, fra l’altro, tende a spegnere la sete; ovvio che se si pensa di spegnere la propria sete con il vino si sfora da ogni limite salutistico.
5) Dal punto precedente discende che è assurdo pasteggiare a vino, abitudine che purtroppo molti hanno, anche per un solo pasto durante la giornata. Una frase del tipo: “a sera non posso rinunciare al vino” denota una scarsissima coscienza alimentare (oltre che una dipendenza non positiva).
7) Ammesso che il vino contenga sostanze utili, visto che l’alcol è comunque dannoso perché non assumere tali sostanze come integratori? Poiché la dose perché tali sostanze possa essere utile è una dose da alcolizzato, risulterebbe oltremodo sensato l’impiego di integratori.
(...omissis...)