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Long Island University-Post: la metanfetamina aumenta la vulnerabilità ad infezioni fungine mortali

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La metanfetamina aumenta la vulnerabilità ad infezioni fungine mortali

Il consumo di metanfetamina può rendere una persona più vulnerabile alle infezioni di criptococcosi polmonare, secondo uno studio pubblicato sulla rivista mBio da Patel e colleghi del Long Island University-Post (New York).
La metanfetamina (METH), una delle droghe più diffuse negli Stati Uniti e nel mondo, oltre a funzionare come uno stimolante del sistema nervoso centrale, ha diversi effetti sul sistema immunitario. Il suo uso è risultato associato a comportamenti a rischio e alla contrazione del virus dell'HIV la cui evoluzione ad AIDS vede, in alcuni pazienti, la comparsa di una forma di meningite fungina causata da infezione da fungo Cryptococcus neoformans.
Gli autori dello studio hanno utilizzato un modello animale (topi) di infezione sistemica e saggi in vitro per valutare l'impatto della METH sulla patogenesi del C. neoformans. Essi hanno scoperto che la metamfetamina iniettata aumenta significativamente la colonizzazione dei polmoni da parte del Cryptococcus neoformans ed accelera la progressione della malattia e il tempo di morte nei topi. In particolare, è stato dimostrato che la METH stimola l’adesione dei funghi, il rilascio di glucuronoxylomannan (GXM, polisaccaride principale costituente della capsula del C. neoformas) e la formazione di biopellicola nei polmoni. Inoltre, è emerso che la METH altera la composizione dei carboidrati di questo fattore di virulenza, un evento di adattamento agli stimoli esterni che può essere vantaggioso per il fungo durante la patogenesi. Infine, i ricercatori hanno scoperto che la METH promuove la diffusione del C. neoformans dal tratto respiratorio al parenchima cerebrale: questa droga infatti, provoca fessure nella barriera emato-encefalica che permettono al fungo di invadere il sistema nervoso centrale, dove causa un'infezione cerebrale mortale.
I risultati dello studio forniscono nuove evidenze degli effetti dannosi del consumo di metamfetamina e gli autori riportano l’intenzione di proseguire il lavoro indagando gli aspetti del sistema immunitario che potrebbero essere coinvolti nei cambiamenti alla barriera emato-encefalica provocati da questa droga.
 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)