Lotta al fumo, la riscossa dell'e-cig
Lotta al fumo, la riscossa dell'e-cig: "Limita i danni"
Gli scienziati promuovono le sigarette elettroniche: fanno molto meno male alla salute . Ma arriva Big Tobacco con il suo marketing aggressivo
Quando nel 2003 il farmacista cinese Hon Lik mise a punto la prima sigaretta elettronica, aveva un obiettivo molto personale: smettere di fumare. Proprio il vizio del tabacco aveva ucciso suo padre e lui era fermamente intenzionato a non fare la stessa fine.
Oggi Lik è diventato un uomo ricco, avendo venduto il suo brevetto a Fontem Ventures ( la consociata olandese della Imperial Tobacco britannica) per 75 milioni di dollari nel 2013. Ma non ha smesso di fumare. E questo sembra dare credito a tutti coloro che non credono alle sigarette elettroniche come mezzo per riuscire a smettere. A chi dice, insomma, che "svapare" non aiuta a dire addio al tabacco, o che comunque le prove in favore di questo argomento non sono molto consistenti. Eppure un pallido sì alle e-cig viene proprio dalla più rigorosa delle fonti: quella Cochrane Collaboration che mette insieme esperti indipendenti e accaniti contro qualunque operazione di marketing di farmaci e presidi per valutare le loro prove di efficacia. Del tutto a sorpresa i severi giudici inglesi hanno, blandamente, promosso le sigarette elettroniche.
Gli esperti hanno cercato nei database mondiali tutti gli studi scientifici svolti sulle e-cig. Ne hanno trovati parecchi. Ma dopo un'attenta analisi, hanno ristretto la loro analisi a 13 studi effettuati tra il 2004 e il 2014. Di questi, tuttavia, appena due - uno italiano e uno neozelandese, per un totale di oltre 600 persone coinvolte - sono stati giudicati di buona qualità e dunque utili allo scopo. Almeno un terzo dei lavori scartati, infatti, è a firma di ricercatori in evidente conflitto di interessi, per esempio legati alle multinazionali del tabacco.
Ebbene: i risultati dell'indagine Cochrane mostrano che, sul lungo periodo, le sigarette elettroniche a base di nicotina aumentano le probabilità di smettere di fumare, o di ridurre la quantità di sigarette fumate, rispetto alle sigarette elettroniche senza nicotina.
E però, il fatto che questi risultati si basino su due soli trial fa dire agli stessi esperti che le evidenze dell'efficacia delle e-cig come metodo per smettere di fumare sono (ancora) troppo poche.
L'attenzione dei medici è però sul fatto che sembrano davvero utili per diminuire le sigarette giornaliere, e le relative conseguenze. E il Public Health England, cioè l'agenzia nata dalla riorganizzazione del Sistema sanitario inglese, ha appena pubblicato un rapporto per sostenere l'uso delle sigarette elettroniche come mezzo per ridurre i danni da tabacco. Tanto per cominciare, dice il PHE, i nostri dati mostrano che le e-cig sono del 95 per cento meno dannose per la salute delle normali sigarette. Affermazione forte. Alla quale però risponde Martin McKee, della London School of Hygiene and Tropical Medicine, dalle pagine del British Medical Journal : il rapporto del PHE è inquinato.
È stato redatto da un panel di 12 persone, tra cui rappresen- tanti di aziende legate economicamente all'industria del tabacco.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.repubblica.it/salute/2015/10/07/news/lotta_al_fumo_loa_riscossa_dell_e-cig_limita_i_danni_-124550694/?refresh_ce
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)