Lotta allo «sballo» in due catene di supermercati
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Auchan, niente alcolici ai minori di 16 anni. Aderiscono anche i punti vendita SMA.
Un ragazzo si presenta alla cassa con qualche bottiglia di birra. Che male c'è? Siamo in un Paese in cui bere è cultura e una birra non ha mai ammazzato nessuno. Non è così. Tutti conosciamo le "stragi del sabato sera". Non tutti forse sanno che in Italia si inizia a bere a 11 anni e che, da subito, l'approccio all'alcool è funzionale. Ovvero finalizzato allo "sballo". E' un problema che, secondo il Ministero del Welfare, riguarda 740 mila ragazzi. Auchan (52 ipermercati) e SMA (1.600 supermercati) hanno quindi deciso di non vendere più, da oggi, bevande alcooliche ai minori di 16 anni. In tutti i punti vendita in tutta Italia. Indipendentemente da obblighi normativi già in essere o in fieri La parte più evidente è la comunicazione che "formalizza" questa decisione sotto forma di locandine, ma è il traguardo di un percorso molto più complesso che ha coinvolto negli ultimi mesi l'intero personale di cassa in una campagna di formazione e informazione su questo tema. A loro è infatti affidato il delicatissimo compito del dialogo con il consumatore. A loro spetterà quindi il delicatissimo compito di verificare che quanto dichiarato sulle locandine venga rispettato. Non si tratterà infatti soltanto di identificare i potenziali "baby bevitori" attraverso il controllo dei documenti, ma di invogliare i ragazzi a comportamenti responsabili e "maturi". Senza toni censori, moralistici o proibizionisti che potrebbero potenzialmente sortire un effetto opposto.
"E' dall'inizio dell'anno che abbiamo cominciato a lavorare a questo progetto.- ha dichiarato Christian Iperti, Direttore Generale di Auchan SpA - Noi infatti ci siamo sempre sentiti membri attivi del contesto sociale in cui operiamo e vogliamo contribuire al suo sviluppo. Mettendosi al fianco delle famiglie per appoggiarle nel sempre più difficile compito di educare i ragazzi ad una vita sana, serena e consapevole. Con un atteggiamento di supporto e senza la pretesa di essere la "soluzione di un problema" che non può essere in alcun modo costruita all'esterno dell'ambito famigliare".
"Oltre e prima che operatori del commercio, conclude Antonello Sinigaglia, Direttore Generale di SMA SpA, siamo tutti cittadini, padri e madri. Consapevoli dei problemi derivanti da modelli e stili di vita sempre più estremi e fuorvianti a cui vengono sottoposti i nostri figli e consci che la nostra responsabilità nei loro confronti non può ammettere compromessi. Ed è singolare che proprio l'Italia che ha fatto del bere un fatto culturale e di civiltà sia così in ritardo rispetto al resto d'Europa nell'affrontare un problema così grande come la dipendenza da alcool tra i minori."