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Loyola University (Chicago): studio sui danni a lungo termine dell'intossicazione alcolica

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Sbornia settimanale? Lascia il segno per la vita
di Marta Bonni


MILANO. Chi pensa che i postumi della sbornia settimanale svaniscano il giorno dopo, e che magari lo scotto da pagare sia semplicemente qualche ora di nausea e mal di testa, sarà costretto a ricredersi. La realtà è un'altra: l'abuso di alcol, sia pure non quotidiano ma limitato a serate di eccessi di tanto in tanto, comporta seri rischi nel lungo periodo per la salute mentale, presente e futura, degli adolescenti.


Il cosiddetto binge-drinking, come viene definito l'abuso di alcol in una ristretta quantità di tempo, lascia il segno nel cervello aumentando i rischi futuri di soffrire di ansia e depressione. A sottolineare i rischi impliciti nel bere eccessivo è uno studio del Loyola University Health System di Chicago, presentato in occasione del convegno annuale della Society for Neuroscience di San Diego.


Il binge drinking, spiegano gli esperti, già molto diffuso nei Paesi anglosassoni, si sta diffondendo tra i giovani di tutto il mondo occidentale. Nell'immediato il pericolo è di intossicazione, oltre che di incidenti e comportamenti pericolosi che possono portare alla morte. Per mostrare i danni a lungo termine, invece, ricercatori statunitensi hanno osservato che la risposta allo stress in roditori che avevano ingerito periodicamente grandi quantità di alcol, veniva alterata in maniera permanente. Secondo Toni Pak, coordinatore della ricerca, si ha un netto deterioramento nella secrezione di ormoni che aiutano l'organismo a reagire allo stress. I risultati, spiegano gli scienziati, non sono direttamente trasferibili sull'uomo ma offrono un'indicazione molto precisa dei danni permanenti dell'alcol sul cervello degli adolescenti.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)