Lucca: convegno sul gioco d'azzardo patologico
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23 marzo: a Lucca un convegno sul gioco d'azzardo patologico
Venerdì 25 marzo a partire dalle ore 9 nella Sala Accademia di Palazzo Ducale a Lucca è in programma il convegno "Gioco d'
azzardo patologico: dalla pratica clinica alla ricerca" organizzato dal Ser.T. della Zona-Distretto Piana di Lucca.
Nonostante che da più di 30 anni il gioco d'azzardo patologico sia riconosciuto come un disturbo di grande rilevanza
personale, familiare e sociale, i problemi aperti legati alla sua eziopatogenesi, alla sua prevenzione e al suo trattamento
sono ancora evidenti.
Il seminario si propone di presentare un aggiornamento delle attuali conoscenze sul gioco d'azzardo patologico da vari punti
di vista: storico, epidemiologico, clinico descrittivo, psicopatologico, neurobiologico e terapeutico assistenziale.
Quello delle cosiddette dipendenze senza sostanze o comportamentali, in particolare il gioco d'azzardo patologico, è un
settore che negli ultimi anni è stato curato in maniera particolare dal SerT di Lucca.
Al pari della droga e dell'alcol, la dipendenza da gioco d'azzardo è infatti considerata dagli esperti del settore non un
vizio ma una vera e propria malattia. Anche per questo il Dipartimento delle Dipendenze dell'Azienda USL 2 ha attivato fin
dal 2001 uno specifico servizio ambulatoriale e un programma terapeutico per i soggetti che presentano questo particolare
disagio.
La responsabile del Ser.T. di Lucca è la dottoressa Ellena Pioli, mentre la referente del gruppo che si occupa di questa
attività è la dottoressa Patrizia Mannari, psicologa.
Gli interventi sulle dipendenze comportamentali necessitano di un cambiamento radicale nel modo di concepire la dipendenza:
in queste situazioni non è presente una causa o un aggravante esterno preciso e identificabile quale può essere una sostanza,
ma si tratta di avere a che fare con comportamenti di solito socialmente accettati e approvati (basti pensare all'aumento
delle occasioni di gioco, dalle sale Bingo, alle slot machine collocate nei bar, ai videogiochi su internet facilmente
accessibili anche ai minori e usufruibili senza un controllo specifico da ampie fasce di popolazione) che possono dar luogo
situazioni a rischio ed a malattie.
Per la maggior parte delle persone il gioco è un'attività piacevole e senza conseguenze. In alcuni soggetti però (dall'1 al
3% della popolazione secondo gli ultimi studi) la passione per il gioco può trasformarsi in una vera e propria malattia, che
assume tutte le caratteristiche di una dipendenza senza sostanze, con danni a livello psicologico, familiare, relazionale,
economico, professionale.
Di solito si sperimenta il gioco occasionalmente: i soggetti che vi cadono sono detti "cercatori di sensazioni", persone che
hanno una soglia della percezione dell'emozione più alta rispetto agli altri. A questa si legano una certa vulnerabilità, il
desiderio di evasione dalla quotidianità e problematiche personali e socio-relazionali che finiscono per far cadere il
soggetto nella spirale del gioco compulsivo, cioè non più controllabile.
A rivolgersi al Ser.T. per chiedere aiuto sono spesso familiari delle "vittime" e, per la buona riuscita del trattamento, è
importante che proprio loro abbiano un comportamento il più determinato possibile, in quanto spesso il giocatore inizialmente
non è consapevole della gravità del proprio problema di dipendenza dal gioco e attua vere e proprie strategie di autoinganno.
I pazienti seguiti da quando è iniziato il progetto, sul territorio dell'Azienda USL 2 di Lucca, sono stati circa 160.
Dai dati del 2010 risulta che le persone in carico al Centro Ambulatoriale per la cura del Gioco d'Azzardo Patologico e che
quindi seguono tutti i trattamenti previsti sono 36.
I soggetti più motivati sono coloro che hanno alle spalle una famiglia o un coniuge molto convinti e convincenti.