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Ludopatie: una lotta a due velocità

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Ludopatie: una lotta a due velocità

Le Regioni hanno dichiarato guerra alla ludopatia. Negli ultimi giorni si sono moltiplicati i provvedimenti approvati dai vari consigli regionali nel tentativo di contrastare un fenomeno che secondo le ultime stime affligge il 3 per cento degli italiani. Si tratta di una serie di provvedimenti che cercano di limitare la proliferazione delle slot e dei gratta e vinci con l’obiettivo di tutelare le fasce deboli della popolazione. Il tutto con lo Stato che sembra a dir poco assente.

CHE COS’È LA LUDOPATIA - Prima di spiegare le novità, cerchiamo di raccontare la situazione della ludopatia in Italia. Con questo termine, come spiega il Ministero della Salute, intendiamo l’incapacità di resistere all’impulso del gioco d’azzardo o della scommessa, nonostante chi ne sia affetto sappia che tale comportamento possa portare a gravi conseguenze. Le persone che soffrono di questo disturbo possono commettere furti o frodi trascurando studio e lavoro, manifestando allo stesso tempo disturbi ossessivo-compulsivi. Evidentemente la patologia può rovinare lo stato finanziario dell’individuo, può minare i suoi rapporti sociali ed affettivi fino ad arrivare al divorzio, alla perdita del lavoro, alla dipendenza da droghe fino al suicidio. La condizione, grave, è stata riconosciuta dal decreto legislativo 158 del 13 settembre 2012 che, all’articolo 5, include la ludopatia nei livelli essenziali di assistenza.

I NUMERI DEL PROBLEMA - I numeri sono impietosi. Lecceprima ci propone i risultati di uno studio condotto dal dipartimento Politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, secondo cui, per usare le parole del vicesindaco del capoluogo salentino Carmen Tessitore, «negli ultimi anni è raddoppiato il numero delle vittime di gioco d’azzardo rispetto a quello dei tossicodipendenti». Parlando di numeri, i giocatori patologici nel nostro Paese sono compresi tra 300 mila ed 1,3 milioni, in prevalenza maschi, senza alcuna distinzione di classe sociale o di età. Secondo un’elaborazione di questionari on-line è emerso che il 7,2 per cento dei ragazzi dall’età compresa tra 15 e 19 anni hanno a che fare con il gioco, mentre il 3,2 per cento manifesta una tendenza patologica, grazie anche al gioco on-line.

774 EURO L’ANNO PRO CAPITE - Barlettalife ci propone un secondo studio secondo cui una famiglia su dieci rischia la rottura a causa della ludopatia, con l’Organizzazione Mondiale della Sanità che stima che gli italiani affetti da febbre del gioco siano il 3 per cento della popolazione totale mentre il volume d’affari, pari ad 80 miliardi di euro, un valore corrispondente al 4 per cento di Pil, è secondo solo a quello del Regno Unito. L’Ansa poi ci propone il risultato di un’analisi condotta da Wired secondo cui ogni italiani spende ogni anno alle macchinette la metà di uno stipendio medio, ovvero 774 euro. Il Tempo cerca di focalizzare l’attenzione sulla provincia abruzzese di Pescara, dove ogni cittadino spende in media 1500 euro l’anno con il gioco d’azzardo, passando dal videopoker al gratta e vinci.

40.000 EURO A PAZIENTE - La provincia ha un totale di 300.000 abitanti ma il volume d’affari del gioco raggiunge i 450 milioni di euro. Il Sert locale, in due anni d’attività, si è preso carico di 150 casi. Pietro d’Egidio, direttore dell’istituto, ha spiegato che il dato di 1.500 euro l’anno comprende anche coloro che non giocano mai. Si tratta quindi di una media che prevede l’esistenza di persone che spendono anche 20.000 euro al mese. Secondo d’Egidio, gli Under 30 preferiscono il gioco on-line, le persone nella fascia 30-50 anni alternano macchinette e scommesse, mentre gli anziani si dedicano al Gratta e Vinci. D’Egidio per questo punta il dito contro lo Stato: «ha grandi responsabilità anche perché oltre ai drammi umani, il gioco d’azzardo ha un costo di 40mila euro per ogni persona da curare».

http://www.giornalettismo.com/archives/1168125/le-due-velocita-della-lotta-alle-ludopatie/

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)