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News di Alcologia

Ma è anche colpa della stampa. La criminalità dei ragazzi "di buona famiglia"

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Non so se, quando i giornali italiani descrivono i giovani criminali come "di buona famiglia", ci sia del sarcasmo, volendo per la verità far intendere "figli di buone madri". Se ciò non fosse, urge una definizione di ciò che si intende per "di buona famiglia".
Recentemente George Obama, il fratellastro del presidente americano Barack Obama, che vive in Kenya, è stato arrestato per possesso di marijuana.
Cosa fanno i giornali americani? Sottolineano la sventurata vita dei familiari del presidente lasciati in Africa. Cosa avrebbe fatto la stampa italiana? Creato simpatie per un ragazzo di "buona famiglia".
Leggiamo il più recente titolo sulla stampa italiana: "Bullo di buona famiglia strupra l'ex fidanzatina e va ai domiciliari". Precedentemente si era letto: "A Rimini ragazzi di buona famiglia danno fuoco ad un clochard". Oppure: "Di buona famiglia, ai domiciliari l'aggressore" (il giovane che la sera di Capodanno ha struprato una ragazza alla Fiera di Roma).
E ancora: "A Torino, giovani ‘di buona famiglia' hanno aggredito dei vigili che stavano multando le auto in sosta vietata".
E questi non sono casi isolati. Basta fare una ricerca con Google.it per ottenere 330.000 pagine di recenti casi criminosi che coinvolgono ragazzi "di buona famiglia".
Leggendo alcune delle pagine proposte da Google, si potrebbe stilare un elenco di attributi che la stampa italiana utilizza per determinare la definizione di ragazzo "di buona famiglia", senza l'elemento sarcastico sopracitato:
1) Incensurato.
2) In grado di pagarsi discoteche e telefonini di ultima generazione.
3) Veste griffato.
4) Lavora o va a scuola.
5) Non è un immigrato.
Poi, quando vengono arrestati, magari dopo aver investito un pedone con il fuoristrada del padre e senza patente, i genitori cadono dalle nuvole (tanto avevano finito di accorgersi di avere figli da quando questi avevano 12 anni!), mentre molti dei ragazzi si giustificano con la scusa di aver agito sotto l'effetto di alcol e droga.
Quindi sarebbe imperativo che la stampa italiana, a partire dalle agenzie stampa, si assumesse delle responsabilità deontologiche prima e sociali dopo, ogni qualvolta riporta incidenti legati alle attività criminose dei giovani, prendendo come riferimento elementi come:
1) Famiglie disfunzionali.
2) Giovani abbandonati ai loro destini dai genitori.
3) Giovani senza autorità famigliare.
4) Comportamento scolastico preoccupante.
5) Bullismo, vandalismo (inclusi graffiti).
6) Estremismo politico.
7) Appartenenza agli Ultrà.
8) Consumo di stupefacenti e alcol.
I titoli non solo dovrebbero sostanziare l'articolo, ma riflettere anche il sempre più frequente degrado sociale e morale in cui questi ragazzi vivono. Il lettore cittadino si dovrebbe aspettare molto più dalla stampa italiana che il solito "ragazzo di buona famiglia". Titoli piú appropriati potrebbero essere: "Figlio degenerato stupra coetanea", oppure "Giovani teppisti malmenano handicappato".
Non sempre i problemi della società possono essere attribuiti ai politici, ai giudici, alle forze dell'ordine, ai medici o alla scuola. In casi come questi, anche alla stampa.