Ma l'età non sia un'aggravante
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Chiunque si muova sulle nostre strade sa bene che l'incoscienza non è un'esclusiva giovanile. E' diffusa nell'opinione pubblica l'associazione tra guida in stato d'ebbrezza per abuso di alcol o droga e giovani. A riprova di questo collegamento quasi automatico ci sono le notizie sul gran numero di vittime provocate da ragazzi che si mettono al volante in stato di grave alterazione psicofisica. Ma chiunque si muova sulle nostre strade e autostrade sa bene che l'incoscienza e l'irresponsabilità non è un'esclusiva giovanile. Le stragi non avvengono soltanto il sabato sera. Se vogliamo che un giorno sia del tutto ovvio che chi si mette al volante debba essere, senza se e senza ma, del tutto sobrio, dobbiamo applicare i limiti di velocità e i controlli - anche quelli periodici! - sulle condizioni fisiche e psicologiche di tutti gli automobilisti, giovani e adulti, neopatentati e automobilisti di lungo corso, chi è solo al volante della propria auto e chi trasporta merci e persone. I giovani non hanno bisogno di un'educazione speciale ma di buoni esempi e di norme valide per tutti e severamente applicate. La giovinezza non è un'aggravante, l'irresponsabilità e la mancanza di controllo degli adulti sì. La sobrietà di chi guida non è un lasciapassare per l'ubriachezza dei passeggeri e non solo perché l'abuso di alcol va sempre e comunque combattuto. I lettori che ricordano la loro giovinezza sanno bene che un'auto carica di coetanei in stato di alterazione può indurre anche il conducente più sobrio a sottovalutare i rischi della guida.