Mafia, droga e alcol: quando un no può salvarci da un futuro infernale
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Alcune ragazze della classe 3a B della scuola media di Gambettola riflettono sui danni provocati da droga e alcool
Cesena - Noi ragazzi di terza media stiamo affrontando, con l'aiuto dei nostri professori e con testimonianze dirette di persone qualificate, il problema della mafia unito a quello della droga. Ci siamo accorti, infatti, che molto spesso i due fenomeni sono collegati:
la droga è un'enorme fonte di guadagno e, quindi, il crimine organizzato controlla sia l'acquisto che lo spaccio di ogni tipo di sostanza stupefacente; lo stesso accade con il traffico di armi, il traffico di organi e con la prostituzione. Ovunque ci sia un guadagno illecito, elevato e molto rapido, dietro c'è un'organizzazione criminale e quasi sempre la mafia che di tutte le organizzazioni è la più sviluppata e la più temibile.
Sul tema droga e alcolismo abbiamo avuto un incontro molto interessante e concreto con il maresciallo dei Carabinieri di Gambettola, dottor Gianluigi Pessina; ci ha spiegato che la droga e l'abuso dell'alcol sono presenti nelle grandi città, ma anche in piccoli paesi come il nostro e quindi l'attenzione delle forze dell'ordine verso questi fenomeni è molto elevata; noi giovani cosa possiamo fare? La risposta è molto semplice: dobbiamo dire di no, no alla droga, no all'alcool.
Il maresciallo ci ha spiegato i danni fisici e psichici a cui si va incontro assumendo queste sostanze, che possono portare anche alla morte. Ha detto anche che c'è un'assuefazione a queste sostanze, e questo vuol dire che una volta iniziato non è semplice tornare indietro: a queste sostanze così pericolose è fondamentale dire "no" subito e per sempre. Assieme alla professoressa di Italiano abbiamo letto l'articolo 32 della nostra Costituzione nel quale si dice che "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività...": questo significa che lo Stato s'impegna a proteggere la nostra salute sia nel nostro interesse (e si impegna in campagne pubblicitarie contro la droga, contro l'abuso di alcool, contro il fumo) sia nell'interesse delle persone che ci circondano, perché noi con comportamenti sbagliati possiamo danneggiare anche gli altri.
Noi pensiamo sia una cosa molto giusta che questi problemi vengano affrontati in maniera così esplicita, perché dobbiamo essere consapevoli dei rischi che si corrono, così ne possiamo parlare con i nostri compagni, con i nostri amici, scambiandoci le opinioni per arrivare a capire che la vita e la salute sono troppo importanti per rovinarle con le nostre stesse mani.
Negli ultimi tempi si è riscontrato un maggior numero di spacciatori e drogati ‘finiti' nelle mani delle Forze dell'Ordine, che quando si trovano dinanzi ad essi per l'interrogatorio, smettono di essere i "forti" del gruppo, hanno paura, piangono e cercano di difendersi con la frase "voi ce l'avete con noi".
Ma perché drogarsi?
Una risposta specifica non c'è! Alcuni lo fanno per carenza d'affetto, altri per dimenticare i propri problemi "abbandonandosi a un altro mondo", altri ancora per mostrarsi più forti e farsi accettare dal gruppo. Il problema sta nel momento in cui dici "sì" a chi te la offre: quando la droga ti prende, ti rende dipendente, controlla il tuo corpo che inizia a padroneggiare anche il cervello e per poi uscire da questo giro, occorrerà una volontà psicologica e un'assistenza rigorosa da parte dei medici. Tuttavia, per evitare tutto questo basta tranquillamente non ascoltare il "grande" del gruppo, fregarsene di ciò che dicono gli altri e dire "no!"... una risposta che può salvarti da un futuro infernale.
Ylenia Ciuro, Camilla Stefanini e Sofia Lugaresi (classe 3a B scuola media di Gambettola)