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Maggie goes on a diet: libro pro-anoressia?

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Tre milioni di italiani hanno un rapporto malato col cibo Ed è bufera su un libro per bambini: "Inno all'anoressia"

Rapporto malato con il cibo per circa 3 milioni di italiani, il 5% degli abitanti della Penisola. Anoressia e bulimia sono i disturbi

alimentari più frequenti: un'epidemia che colpisce soprattutto il sesso femminile (95% dei pazienti che chiedono aiuto) e la fascia d'età 12

-25 anni (fra le under 25 le malate arrivano al 10%), ma che sempre più spesso ‘contagia' anche donne quarantenni e uomini. E i primi segnali del disagio davanti allo specchio (in gergo tecnico dismorfofobia) possono comparire gia' nei bimbi minori di 10 anni.
Lo stesso ‘target' al quale è rivolto un libro per bimbi over 6 che sta suscitando accese polemiche online, ‘Maggie goes on a diet' (Maggie

fa la dieta), scritto dall'autore Usa Paul M. Kramer, in libreria negli States da ottobre, ma già in vendita sul web.
IL LIBRO - Maggie, 14 anni, in evidente sovrappeso, si mette a dieta e dimagrendo si trasforma da ragazzina insicura e complessata a star

della squadra di calcio della scuola. Questa la trama del libro, che da ottobre sarà in vendita negli Usa destinato alla fascia d'età 6-12

anni. ‘Maggie goes on a diet' è già commercializzato online da Barnes & Nobles e da Amazon anche per bimbi più piccoli e sta scatenando

un'autentica bufera su Internet.
Genitori ed esperti lo bollano come un inno all'anoressia, un pericoloso spot alla magrezza patologica come obiettivo da inseguire ad ogni

costo fin da bambini.
Il libro, 44 pagine scritte in versi, si intitola ‘Maggie goes on a diet' (Maggie si mette a dieta) ed è firmato da Paul M. Kramer, un papà

americano che vive alle Hawaii ed è già autore di altri libri per l'infanzia. La copertina ritrae la piccola protagonista davanti allo

specchio, mentre finge di provarsi un vezzoso abitino rosa nettamente più smilzo di lei, e sorridendo vede l'immagine di sè drasticamente più

magra e pronta a indossare il vestitino dei sogni. Una proiezione dei suoi desideri, di quello che sara' dopo la dieta.
"Con il tempo, grazie all'esercizio e a un duro lavoro - recita il sommario pubblicato su Amazon - Maggie si fa via via più sicura di sè e

guadagna autostima". E proprio perché diventa la metà di com'era, si trasforma in un'eroina per i compagni di scuola.
LA POLEMICA - L'obiettivo dell'autore è contribuire alla lotta contro l'obesità infantile, che Oltreoceano fa registrare numeri da ‘allarme

rosso', più che raddoppiati negli ultimi anni. Del resto anche la first lady Michelle Obama è scesa in campo per arginare il problema,

tentando di promuovere fra gli americani del futuro nuovi stili di vita, all'insegna dello sport e della dieta sana.
Ma la storia di Maggie non piace a mamme e papà, e sui forum online rimbalzano a centinaia dure critiche di genitori ed esperti che bollano

l'opera come "irresponsabile", colpevole di diffondere messaggi ai ragazzini emotivamente piu' fragili, incoraggiando il dilagare di disturbi

del comportamento alimentare. Un'emergenza opposta all'epidemia di chili di troppo, ma non meno grave.
ALLARME - Storielle a parte, all'inizio d'agosto un altro allarme era arrivato dal Regno Unito: bambine che, invece di giocare con le

bambole, contano le calorie. Piccole di 5 anni curate in ospedale per gravi forme di anoressia, in crescita preoccupante secondo i dati del

National Health System britannico: negli ultimi 3 anni, negli ospedali inglesi sono stati ricoverati per disturbi alimentari normalmente

associati ad adolescenti e adulti ben 98 bambini fra 5 e 7 anni.
ITALIA - Ma il fenomeno è presente da tempo anche in Italia. Secondo l'esperienza di Maria Gabriella Gentile, direttore del Centro per i

disturbi del comportamento alimentare dell'ospedale Niguarda di Milano, una delle strutture di riferimento contro il ‘mal di cibo', 9

pazienti su 10 sono ragazze di eta' media 15-16 anni. E all'esperta e' capitato di curare anche piccole di 9 anni, magrissime ed emaciate. E'

la ‘baby-anoressia', ancora piu' pericolosa perche' rischia di bloccare la crescita.
SI RISCHIA LA VITA - Un dramma che nel 5% dei casi rischia di uccidere chi ne soffre, ma che viene negato a oltranza proprio da chi lo vive.

Una paziente anoressica su 3 bussa alle porte dei centri specializzati in condizioni gravissime, in bilico tra la vita e la morte. Prima di

chiedere aiuto, una su 4 ha aspettato che la malattia la consumasse per almeno 3 anni.
Anche nella società del benessere, insomma, si può morire di fame. Per evitarlo, la parola d'ordine è riconoscere e affrontare il problema

prima che sia troppo tardi, ma soprattutto fare prevenzione.
LE ASSOCIAZIONI - Tra le associazioni in prima linea su questo fronte c'è'ad esempio l'Aba fondata e presieduta da Fabiola De Clerq, che la

guerra contro ‘il nemico' l'ha combattuta in prima persona. L'associazione punta a sensibilizzare i giovanissimi sfruttando Internet e social

network, e sul suo sito web (www.bulimianoressia.it) elenca i centri Aba attivi lungo la Penisola.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)