338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Mal d'alcol: il dr. Fassati parla agli studenti

cufrad news alcologia alcol aloclismo Mal d'alcol: il dr. Fassati parla agli studenti

Mal d’alcol, Fassati agli studenti: «Una birra con gli amici va bene, l’esagerazione fa male»

Noi coratini, purtroppo, ci siamo abituati. Ma anche a chi viene in città per la prima volta, possono bastare pochi passi nel centro storico per rendersi conto che Corato al mattino si risveglia sporca di bottiglie e bicchieri usati per bere alcol. Uno stato di cose che non è sfuggito a Luigi Rainero Fassati, il chirurgo milanese che da anni, oltre alla sala operatoria, entra nelle scuole per parlare ai giovani e combattere l’abuso di alcol.

Amabile all'ascolto, Fassati ieri mattina è stato capace di far sua l'attenzione di studenti, dirigenti e insegnati. Poca teoria nelle sue parole, una sola storia - la stessa raccontata nel suo libro "Mal d'alcol" - emblema di quello che l'alcol provoca nella vita dei giovani.

«Erano le due di notte quando, qualche anno fa, mi svegliarono per chiedermi aiuto. Era stato ricoverato un ragazzo di 18 anni con una emorragia interna che non si riusciva a fermare. Fu presto chiaro che ad aver avuto la peggio durante un incidente stradale era stato il suo fegato.

Dopo vari tentativi eseguiti da diverse equipe di medici si giunse alla conclusione che per lui non c'era più nulla da fare. Mi venne un'idea per cui misi a rischio la mia carriera e la mia libertà, se fosse andata male avrei rischiato il carcere. Pensai di tentare il tutto per tutto togliendogli il fegato e cercando di tenerlo in vita il tempo utile per trovarne un altro da trapiantare. Ragionai come si fa nei casi in cui un fegato muore. La mia idea si rivelò esatta, l'intervento andò bene e al ragazzo trapiantammo il fegato di un uomo di circa 80 anni che, devo dire, era in ottimo stato.

Dopo circa 15 giorni dimisi il ragazzo che prima di andar via mi confessò la sua storia. La sera dell'incidente aveva appena finito di lavorare e stava tornando a casa sul motorino. Faceva il dj e "per rendere bene sul lavoro" aveva bevuto dapprima 4-5 birre e poi vodka. Ricordava poco del seguito, solo di essersi svegliato in ospedale. Dopo aver provato l'esperienza di essere ad un passo tra la vita e la morte, mi disse che non avrebbe mai più toccato alcol.

Fin da quando arrivò in ospedale la sua ragazza era stata con lui, disposta anche a donargli metà del suo fegato pur di tenerlo in vita. Dopo la guarigione erano andati a vivere insieme. Dopo 4 anni dall'ultima volta che lo avevo visitato, la ragazza venne a trovarmi. La riconobbi nonostante avesse il volto violaceo a causa di alcune evidenti ecchimosi. Pensai subito ad un incidente, invece mi toccò una triste rivelazione.

Il ragazzo aveva ripreso a bere e la picchiava. Lei era venuta da me per chiedermi un consiglio ma io fui preso solo dalla rabbia e le dissi che non avrei più voluto sentir parlare di lui, che doveva solo lasciarlo. La ragazza andò via, delusa. Dopo un paio d'anni seppi che il ragazzo era morto.

Da quel momento ho iniziato a girare le scuole perché ho capito qual è il vero danno che l'alcol provoca. Ero riuscito a sostituire il fegato, ma non a liberare il ragazzo dalla dipendenza dall'alcol. Ad uccidere lui e provocare dolore a chi lo amava, era stato quello, non il fegato.

Noi adulti abbiamo una grande responsabilità nei vostri confronti, non possiamo chiedervi di non bere se poi in tv trasmettiamo 3000 ore di pubblicità basate sull'alcol».

Stimolato dalla domanda dei ragazzi che hanno ammesso di guardare all'alcol come ad un "modo per socializzare" e come un tema per cui la sensibilizzazione servirebbe più dei divieti, Fassati ha risposto: «Ieri notte ho alloggiato in centro e ho visto che c'è stato movimento e socializzazione fino a notte fonda.

Quando il mattino dopo sono uscito per venire qui a teatro ho trovato lungo il tragitto innumerevoli bottiglie di birra ed altri alcolici. Nessuno vi dice di non socializzare o di non bere una birra con gli amici. Ciò che vi fa male è l'esagerazione. Un atteggiamento bigotto degli adulti nei vostri confronti non porterebbe a nulla, vi farebbe solo sentire più soli. Vi chiedo di essere disponibili al dialogo con chi ritenete più idoneo ad ascoltarvi».

 

(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.coratolive.it/news/Attualita/332662/news.aspx


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)