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Malattie cardiovascolari: prima causa di morte nella donna in Italia

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MALATTIE CARDIOVASCOLARI: PRIMA CAUSA DI MORTE NELLA DONNA IN ITALIA

"La donna ha ormai ampiamente raggiunto e superato l'uomo per le malattie cardiovascolari che sono oggi in Italia di gran

lunga la prima causa di morte per lei". E' il dato riferito da Massimo Chiarello, ordinario di Cardiologia all'Università

Federico II di Napoli nel corso della presentazione del 'Dossier Cuore 2006' redatto dalla Società Italiana Prevenzione

Cardiovascolare, alla vigilia della conferenza nazionale che si terrà a Napoli dal 9 all'11 marzo. Il professore cita a

conferma del dato senz'altro preoccupante il rilievo dell'aumento del numero di ricoveri al femminile per infarto che è

passato da 38 mila nel 2002 a 41 mila nel 2003.
InterNapoli.it ha chiesto al professor Chiariello quali sono i potenziali motivi di questa escalation:
"senz'altro molteplici - ci chiarisce il cardiologo - e riguardano sia gli stili di vita che fattori di rischio come il

diabete e l'obesità, oltre ad essere legati alla maggiore longevità della donna".
Cosa è cambiato rispetto al passato, professore?
"Innanzitutto la donna ha modificato il proprio stile di vita, adottando abitudini scorrette che fino a qualche anno fa erano

appannaggio solo dell'uomo: prima di tutto il fumo e l'alimentazione sbagliata, ma anche la sedentarietà riveste un ruolo

improtante. Da non trascurare sono poi gli stress dovuti alla vita lavorativa e alla ripetitività dei gesti che lei ogni

giorno svolge tra le mura domestiche."
L'antica questione femminile, dunque...
"Beh, in effetti anche le 'faccende casalinghe', proprio per la loro ripetitività sono una fonte di frustrazione non

indifferente, non a caso molte 'regine del focolare domestico' cadono spesso preda della dipendenza da alcol. Purtroppo, vedo

tra le mie pazienti molte casalinghe con malattie cardiovascolari che hanno anche problemi di abuso di alcol".
Bisogna riconsiderare dunque, la nozione secondo cui il sesso femminile rappresenti di per se un fattore protettivo?
"Non assolutamente, tuttavia bisogna ricordare che la donna dopo la menopausa perde quei fattori ormonali protettivi nei

confronti di molte malattie e acquista un rischio cardiovascolare uguale, se non anche superiore, a quello del maschio.
Professor Chiariello, qual è dunque la sua raccomandazione per le nostre lettrici?
"Le donne debbono tenere presente che possono raggiungere lo stesso rischio cardiovascolare degli uomini, se non superarlo, e

quindi debbono porre la massima attenzione nella prevenzione, anche con piccoli gesti quotidiani".